Due giorni dopo il matrimonio, Emma, che ora era diventata ufficialmente Lady Hamilton, e suo marito tornarono a Napoli.

Greville aveva immediatamente presentato un conto allo zio ambasciatore: voleva il rimborso delle spese da lui sostenute per l’istruzione e il mantenimento di Emma Carew, la figlia di Emma, nata nel 1782, che Greville aveva costretto ad allontanare depositandola prima presso la bisnonna e poi presso un maestro e la moglie a Manchester. Questa era stata la sua condizione per accogliere a casa sua la madre che si era rivolta a lui, incinta e abbandonata dal suo amante Sir Harry Fetherstonhaugh.

Avendo raggiunto la rispettabilità formale con il suo matrimonio con l’ambasciatore, Emma poté finalmente essere presentata a corte: fu l’inizio di una forte amicizia con la regina Maria Carolina. Quando venne presentata alla regina, Emma scrisse che le aveva “mostrato ogni sorta di attenzioni gentili e affettuose”, che non aveva trovato in Inghilterra. La regina Charlotte infatti non aveva voluto riceverla a corte perché per nascita proveniva da classe inferiore e soprattutto per il suo passato di amante i Hamilton.

A Napoli era l’unica a non essere obbligata a rispettare i tre consueti inchini in presenza dei monarchi o a uscire facendo i passi indietro sino alla porta.
Maria Carolina, sorella maggiore della regina di Francia Maria Antonietta, era la vera governante del Regno perché il marito mostrava un grande disinteresse mostrato verso le questioni di stato.
La regina era solita far bandire tutte le amanti del Re poiché non voleva che nessuna donna si trovasse a dominare il Re, e per estensione il Regno, più di lei.
Ed Emma, che aveva rifiutato le avances del suo promiscuo marito, divenne ben presto confidente sia della regina di Napoli che di sua sorella la regina Maria Antonietta ( che, insieme al marito Re Luigi XVI, sarebbe stata giustiziata dalla Repubblica francese nel 1793).

Secondo alcuni storici la regina Maria Carolina accettò Emma a corte semplicemente per usarla come una pedina politica per le proprie macchinazioni, mentre Sir William ne approfittò per la sua amicizia con la regina al fine di aumentare l’influenza britannica nel Regno.

Alcuni dissero persino che il suo potere fosse superiore a quello di suo marito, che portò un visitatore ad osservare che “il poco peso che lui ha mantenuto come ambasciatore deriva solo dagli intrighi di sua moglie”

Tramite Hamilton, Emma incontrò per la prima volta Horatio Nelson nel 1793, un’amicizia che si trasformò in una passione reciproca dopo che lui tornò a Napoli, dopo la sua vittoria nella battaglia del Nilo ad Aboukir nel 1798.

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Immagine: George Romney – Emma Hamilton (National Portrait Gallery, London)