Articolo di Marina Donnarumma Roma 6 gennaio 2023

Se l’aspirina è un lusso: 390mila persone vivono in stato di povertà sanitaria

di Redazione Buone Notizie

Presentato dal Banco Farmaceutico il 10° rapporto «Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci». In difficoltà anche le famiglie non povere

desc img

Anche comprare un’aspirina o fare una visita medica può essere un lusso. Lo dicono i dati. Un italiano su dieci vive in condizioni di povertà assoluta (in totale 5 milioni e 571 persone, ovvero il 9,4 per cento della popolazione residente), e di queste 390mila (vale a dire il 7 per cento) sono quelle che si trovano in condizioni di povertà sanitaria. Vale a dire persone che non riescono a curarsi a causa di problemi economici e che hanno dovuto chiedere aiuto a una delle 1.806 realtà assistenziali del Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure. Una situazione allarmante, aggravata anche dalla pandemia.

È quanto emerge dal 10° rapporto «Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci» realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Aboca da OPSan – Osservatorio sulla povertà sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). Il bilancio è stato presentato in occasione di un convegno promosso da Banco Farmaceutico e Aifa (Agenzia Italiana del farmaco). Il rapporto rappresenta una fotografia esaustiva di una emergenza sanitaria, ma anche sociale.

Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) non copre totalmente i costi dei farmaci: una parte di questa infatti resta a carico dei cittadini. In particolare, stando ai dati del 2021, gli ultimi disponibili, – quasi la metà della spesa farmaceutica – il 43,5%, cioè 3,87 miliardi di euro – è stata pagata dalle famiglie con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente: «Con profonde differenze – come spiegano i promotori del rapporto – tra le possibilità dei nuclei poveri e quelli non poveri. Una persona indigente, ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili. Limitandoci al budget per l’acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione solo 5,85 euro, mentre i non poveri 26».

E nello specifico oltre la metà (il 60%) della spesa sanitaria dei poveri è destinata all’acquisto di farmaci: è del 38% quella delle famiglie non povere. «Questo perché il Ssn non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra». ma non sono solo le famiglie povere a soffrire questa crisi economica: «Nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768 mila famiglie (10 milioni 899 mila persone), di cui quasi 639 mila (1 milione 884 mila persone) in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100».

Una situazione, come si diceva, che è sempre più preoccupante. «La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere – spiega Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus -, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere. Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondervi con efficacia».

https://www.corriere.it/buone-notizie/22_dicembre_12/se-l-aspirina-lusso-390mila-persone-vivono-stato-poverta-sanitaria-c35e880e-7a06-11ed-940e-9b2491325fc5.shtml

Questo articolo del corriere della sera ha suscitato la mia indignazione, ma anche la mia impotenza a trovare parole giuste per definire tutto ciò. Senza soffermarmi troppo sull’argomento ” sanità pubblica”, fatiscente, scandalosa, penso al popolo silenzioso dei sofferenti, dei nuovi poveri che non hanno voce, che non possono curarsi, che hanno problemi per tutto ciò che è non vivere, ma sopravvivenza. Quali sono gli strumenti di comprensione? come si fa a parlare di comprensione, quando in realtà si tratta della vita delle persone. ogni vita è preziosa ed importante, certo ci vuole pure fortuna a nascere, ma è intollerabile che le persone non possano curarsi, solo questo? Quello che mi salta agli occhi, che i soldi per le speculazioni e le guerre ci sono sempre, per il resto mai. C’è gente che muore per indigenza, sofferenza, persone che sono talmente spaventati dalla vita che si suicidano. Una vita che non da tregua. Non solo non si possono curare i disoccupati, ma neppure chi lavora, stipendi non a passo dell’inflazione, una vergogna nella vergogna. Potrei raccontare tante storie, ma interessano a qualcuno? Certamente non a chi pensa di ” comprendere”. La povertà non si comprende, si vive sulla propria pelle, si vive spesso senza vie di uscita, se non la morte. Benvenuto 2023, benvenuti anni che nella storia saranno ricordati per insensibilità ed inciviltà.

Articolo di Marina Donnarumma: Roma 6 gennaio 2023