Nel settembre 1793, un giovane ufficiale della Marina Britannica, Horatio Nelson, in servizio a bordo dell’Agamennone, ricevette l’ordine di recarsi a Napoli per raccogliere rinforzi contro la Francia in guerra con la Gran Bretagna.
Nelson, figlio di un parroco di Norfolk, aveva 35 anni ed all’età di vent’anni era già stato promosso capitano in carica all’età di vent’anni. Da circa sei anni era sposato con Fanny Nisbet, una giovane vedova con un figlio, che, all’epoca del loro matrimonio, non gli aveva rivelato di essere sterile a causa di un’infezione all’utero.
Fu immediatamente colpito da Lady Hamilton e scrisse a sua moglie Fanny che Emma era una “giovane donna dai modi amabili che fa onore alla posizione in cui è elevata “.

Dopo soli cinque giorni dovette salpare per la Sardegna, ma intrattenne una corrispondenza amichevole con gli amici.

Nelson tornò a Napoli cinque anni dopo, nel 1798, dopo la vittoria nella battaglia del Nilo ad Aboukir. Nominato cavaliere l’anno precedente e diventato famoso a livello internazionale, attirava folle ovunque apparisse in pubblico. Anche a Napoli le strade furono addobbate con la scritta Viva Nelson.
All’arrivo della sua nave, l’Avanguardia, in porto, centinaia di prostitute vennero portate in barca ad accogliere i marinai rimasti a bordo, di età compresa tra i tredici e i diciannove anni, spesso ubriachi perché a ciascuno veniva fornito un gallone di birra al giorno. Gli ufficiali, invece, scesero a terra per incontrare costose cortigiane.

Dopo alcuni anni di matrimonio Emma era aumentata di peso anche in senso fisico ed era diventata piuttosto ‘tondetta’, ma restava comunque una grande bellezza.
Ormai non sperava più di avere figli da Sir William, e aveva anche cercato di di ottenere il permesso di far andare sua figlia Emma Carew andasse a vivere con loro a Palazzo Sessa, presentandola come nipote della madre, la signora Cadogan, ma lui aveva rifiutato .
Comunque la sua maternità frustrata non turbava il suo buonumore: la sua vita era piena di eccitazione e soddisfazioni.
Chiacchierava italiano con accento napoletano, intervallato da frasi inglesi, gesticolava assumendo un’ “attitudine” aggraziata o drammatica e menzionava costantemente la sua “cara regina”.

All’inizio Nelson non voleva dipendere dall’ospitalità degli Hamilton; ma i suoi dubbi vennero annullati, e fu scortato da Emma e Sir William a casa loro, Palazzo Sessa, dove la donna si prese cura di lui.
Era molto cambiato e logorato da quando lo avevano visto cinque anni prima: era un uomo minuscolo, invecchiato precocemente a causa di tutte le sue avventure, “coperto da cicatrici e rughe dovute all’esposizione al sole”. Aveva ricevuto una grave ferita alla testa al Nilo, aveva perso un occhio e un braccio e la maggior parte dei suoi denti, era scosso dalla febbre e afflitto da attacchi di tosse convulsa.
Lei lo accudì con gentilezza quasi materna e lui le era grato, anche se non gli piaceva Napoli, né i napoletani. Otto giorni dopo il suo arrivo aveva scritto a un amico: “Confido, mio Signore, che tra una settimana saremo tutti in mare. Sto molto male, e la condotta miserabile di questa Corte non calmerà il mio temperamento irritabile. È un paese di violinisti, poeti e mascalzoni. “

Poi però iniziò a provare un certo attaccamento agli Hamilton e scrisse a sua moglie Fanny: “La continua gentile attenzione di Sir William e Lady Hamilton deve spingerci ad amarli sempre: si meritano l’amore e l’ammirazione di tutti i mondo . E’ mio orgoglio essere tuo marito, figlio del mio caro padre, e avere Sir William e Lady Hamilton come amici.”

Nel giorno del quarantesimo compleanno di Nelson, il 29 settembre 1798, Emma organizzò un grande ballo a Palazzo Sessa, al quale parteciparono 1.740 persone, preceduto da una cena per ottanta invitati.
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Gli altri ufficiali cominciavano a notare le sue attenzioni per Emma.

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Immagine: Lemuel Francis Abbott (1760-1803) – Horatio Nelson- National Galleries of Scotland (http://www.artuk.org/artworks/212043)