Rovigo .Non un disastrato hinterland di una città metropolitana. A scuola. Non in un parco o una strada periferica .Accade che una professoressa ,Maria Cristina Finatti nell’Istituto “Viola Marchesini” mentre tiene la sua lezione di scienze, venga ripetutamente presa come bersaglio dai suoi studenti con una pistola ad aria compressa. Tra risate e sberleffi orgogliosamente girano un video per diffonderlo sui social.
Si tratta di una prima classe delle superiori,quelle in cui affluiscono alunni con preparazioni di base disparate e anche tanti ragazzi che voglia di studiare non nehanno,m che debbono fare il biennio dell’obbligo scolastico. Ciò significa e parlo da insegnante che conosce tale realtà che spesso è difficile tenere impegnata la classe dove ci sono elementi fragili che finiscono con il coinvolgere o,peggio dominare il resto dalla classe .
La docente ,dolorante per essere stata raggiunta da un paio di pallini alla testa ma anche stupita e amareggiata come chiunque altro al suo posto, ha sperato, senza successo, che gli alunni si facessero aventi ,anche attraverso le famiglie ,per chiederle almeno scusa per un gesto così sconsiderato e privo di qualunque forma di rispetto dovuto.
I media sono stati attirati a distanza dall’accaduto,anche perché la docente ha dichiarato di voler denunciare tutta la classe, dato che i responsabili non si sono fatti avanti e che nessuno si è mostrato dispiaciuto o ha preso le distanze dall’episodio.
Neppure la dirigente ( fatto inspiegabile se non con il timore di fastidi e lamentele dei genitori) ha preso posizione con provvedimenti disciplinari atti a sanzionare i ragazzi,tanto che il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha convocato al dirigente per il 24 gennaio p.v per chiarimenti in merito.
Come riporta Il Corriere della Sera, solo ieri, dopo tre mesi dai fatti, le sospensioniverso gli studenti coinvolti (5 giorni per lo studente che aveva sparato e per quello che aveva ripreso la scena con il cellulare, due giorni invece per il proprietario della pistola e per l’alunno che l’aveva poi lanciata dalla finestra) sono state attuate. Sembra che addirittura un genitore prima abbia fatto un ricorso vinto contro il provvedimento in quanto scritto in modo errato.
La docente,alla quale è stata assegnata un’altra classe,dice comunque di non sentirsi più a suo agio ad entrare in classe. Osserva infatti a proposito delle scuse: Sì, ma sono state scuse obbligate e non sincere da parte degli alunni. E ai genitori che affermano di non essere stati in grado di raggiungermi per scusarsi, potevano scrivere un’email al mio indirizzo ufficiale di posta elettronica della scuola. Potevano lasciare qualcosa di scritto. Hanno avuto tre mesi di tempo”.
Conferma inoltre di non essere stata informata suelle punizioni poiché non si è più relazionata con la dirigente. Le scuse dei genitori arrivano solo dopo la denuncia e l’avvocato della professoressa Nicola Rubiero,ha detto che la sua assistita sta valutando di ritirare ,in caso di scuse ufficiali, la denuncia,
Ci chiediamo se sia giusto che una docente ,con una lunga carriera alle spalle debba diventare lo zimbello di ragazzi maleducati ed incapaci di assumere un atteggiamento responsabile di fronte ad un insegnante e alla scuola .Che oggi gli insegnanti debbano spesso farsi carico delle mancanze educative delle famiglie è ormai fatto noto ma che ci si trovi di fronte a dirigenti privi di autorevolezza e genitori che assecondano ceri atteggiamenti ci sembra davvero troppo.
Tutti pronti a criticare programmi e docenti, ma pochi, pochissimi a prendere atto di situazioni sempre più frequenti dovute al facile permissivismo per cui si esige rispetto da parte del docente verso i ragazzi, ma non viceversa.
Mi spiace, ma non riesco a simpatizzare con la docente.Il comportamento dei ragazzi è stato vergognoso e irresponsabile, tuttavia trovo altrettanto disgustoso lo psicodramma compulsivamente mediatizzato dell’insegnante. Ha denunciato un’intera classe per difendere la propria dignità e ,parole sue, per stare più tranquilla, sbandierando le proprie accuse su decine di testate e in programmi tv. Accusa di non aver ricevuto scuse e poi, quando arrivano, le rifiuta perché ritenute “obbligate”. Mi spiace, ma il comportamento educativo, responsabile e adulto è altra cosa. Sono vicina alle 19 famiglie raggiunte da una denuncia penale per presunta omertà/complicità dei propri figli. Del resto ad aggravare il fattaccio qui c’è la pubblicazione sui social di un video per attirare like, mentre “calimerare” in tv, attivando la gogna mediatica quello non solo è lecito e legittimo, ma anche consigliato!!!
credo che una docente sessantenne che fa il proprio lavoro meriti un MINIMo di rispetto e spararle con dei pallini, rischiando di prenderla in un occhio non credo sia accettabile.Se continuiamo a perdonare questi teppistelli cresceranno sentendosi liberi da qualunque regola .Insegno d auna vita e anche se non ho avuto una simile esperienza,so cosa accade se non si contengono certi atteggiamenti.La scuola de ve educare ma anche punire perchè questo fa parte del processo educativo.
Infatti ho ben specificato che il fatto è vergognoso.Ma qui per punire si tira in ballo il tribunale e per tutti i 24 alunni quindi ben oltre i 5 responsabili materiali. Anche se c’è ne fosse uno solo denunciato ingiustamente (percentualmente probabile), il sistema educativo fallisce. Mi ripeto:la gogna mediatica avviata dalla docente è deplorevole quanto e come il bullismo esercitato dal manipolo di coglioni. Ha denunciato?Direi che è sufficiente. Tutto il corollario di interviste e partecipazioni a programmi tv è solo la prova di quanto sia difficile sfuggire alle luci della ribalta, e alla propria fragilità.
Credo che la gogna mediatica sia stata scatenata dalla delusione di chi,facendo del proprio meglio,si vede trattata come una pezza da piedi,senza avere neppure delle scuse IMMEDIATE almeno dalle famiglie ! E che dire dell’assenteismo della dirigente ? Avrebbe dovuto schierarsi subito dalla parte della docente, a prescindere dalle inevitabili lamentele dei genitori.Se un insegnante diventa succube della prepotenza ,la scuola ha fallito totalmente la sua funzione sociale ed educativa. Il corollario di interviste non ci sarebbero state con delle normalissime e dovute scuse e relative punizioni per i responsabili.E’ così che funziona una scuola che funziona.
Ho lavorato per anni con minori a rischio di devianza.Uno di loro era solito telefonarmi nel pieno della notte ,minacciandomi.Non mi sono spaventata più di tanto e non ho denunciato e sono contenta di non averlo fatto : sono andata al suo matrimonio e al battesimo di suo figlio.Sono giorni che si riportano fatti di una sola campana,dando per scontato che lì si collochi la verità. La scuola che funziona educa senza colpire nel mucchio, punisce senza infierire, parla e ascolta e soprattutto giudica avendo totale contezza dei fatti e dei responsabili. Lo ripeto,prima o poi i riflettori si segneranno e ognuno rimarrà a fare i conti con le proprie responsabilità. Facciamo una scommessa: la denuncia collettiva verrà ritirata perché non solo è platealmente diseducativoa,ma soprattutto perché è debolissima dal punto di vista penale e un potenziale boomerang di diffamazione di rimbalzo
Credo che la professoressa abbia voluto dare un segnale forte per smuovere la passività con cui un fatto lesivo della sua dignità e della sua integrità era stato valutato. Non tutte le storie di devianza e prepotenza sono a lieto fine e è dovere della scuola monitorare, insegnare e far accettare le conseguenze di comportamenti negativi.Ognuno ha poi le proprie valutazioni e la propria e esperienza personale che le determinano.