Alessandria, post pubblicato a cura di Pier Carlo Lava 

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Rai Cultura – Letteratura – Alessandra Foglia

<<Quasi nessuno immagina nulla, almeno quando si è giovani, e si è giovani per molto piú tempo di quanto si creda. La vita intera sembra una bugia, quando si è giovani. Ciò che succede agli altri, le catastrofi, le calamità, i crimini, tutto ci appare lontano, come se non esistesse. Anche ciò che capita a noi ci appare lontano, una volta passato. C’è chi resta cosí per tutta la vita, eternamente giovane, una disgrazia.

Si racconta, si parla, si dice, le parole non costano niente e a volte sgorgano a fiotti, senza restrizioni. Ed escono in ogni occasione, quando siamo ubriachi, quando siamo furiosi, quando siamo depressi, quando siamo stufi, quando siamo esaltati, quando ci sentiamo innamorati, quando dirle è sconveniente o non possiamo misurarle. Quando facciamo del male. È impossibile non sbagliarsi.

Lo strano è che le parole non hanno piú conseguenze nefaste di quelle che hanno normalmente. O forse non ne siamo del tutto consapevoli, crediamo che non ne abbiano tante e tutto è un disastro perpetuo dovuto a quel che diciamo. Tutti parlano senza sosta, in ogni momento ci sono milioni di conversazioni, di narrazioni, di dichiarazioni, di pettegolezzi, di confessioni, vengono detti e ascoltati e nessuno li può controllare.

Nessuno può prevedere l’effetto esplosivo che causano, e neppure seguirlo.

Perché sebbene le parole siano tante e senza valore, e tanto insignificanti, pochi sono in grado di non far loro caso. Si tende a caricarle d’importanza. O magari no ma le si ascolta.

Tu non sai quante volte in tutti questi anni abbia pensato a quelle parole che dissi a Teresa in un incontrollato slancio amoroso, suppongo, eravamo in viaggio di nozze, già quasi al termine.

Avrei potuto tacere e tacere per sempre, ma a volte si crede di amare di piú se si racconta un segreto, raccontare sembra a volte un ossequio, il maggiore ossequio che si possa fare, la maggiore lealtà, la maggior prova d’amore e dedizione. E ci si fa merito nel raccontare. All’improvviso non ci basta piú soltanto dire, accese parole che si consumano in fretta o diventano ripetitive. Non basta neppure a chi le ascolta.

Chi parla è insaziabile e insaziabile chi ascolta, chi parla vuole destare infinitamente l’attenzione dell’altro, vuole penetrare con la lingua fino in fondo (“La lingua come goccia di pioggia, la lingua nell’orecchio”, pensai), e chi

ascolta vuole essere infinitamente distratto, vuole sentire e sapere sempre di piú, anche se si tratta di cose inventate o false>>.

Un cuore così bianco, Javier Marías