Torquato Tasso “Non sono in queste rive”, recensione di Elvio Bombonato
Non sono in queste rive
fiori così vermigli
come le labbra della donna mia,
né il suon de l’aure estive
tra fonti e rose e gigli
fa del suo canto più dolce armonia.
Canto che m’ardi e piaci
t’interrompano solo i nostri baci.
TORQUATO TASSO
E’ un madrigale, delicatissimo, di soli 8 versi, perfetti: tre endecasillabi, 5 settenari, variamente disposti. A parte l’obbligatoria rima baciata degli ultimi due, le rime sono abC abC dD, le prime due replicate. Notevole il clima di attesa creato dall’enjambement (quando la frase non finisce col verso ma continua in quello successivo) dei primi due versi, col soggetto della frase in fondo.
Il madrigale è tutto una sinestesia (unione di parole che appartengono a organi di senso diversi; vista e udito le più frequenti), giocata tra la vista (la prima terzina) e l’udito (la seconda), fino al trionfale udito- tatto/gusto del finale, che prima sale di timbro e poi chiude.