Descrizione

Conoscere, dunque, attraverso lo sguardo e insieme allo sguardo? Se lo scandaglio filosofico della conoscenza è sterminato, quello che qui interessa è una gnoseologia dell’emozione poetica e sensoriale che naturalmente non esclude le riflessioni del pensiero, sia pure articolato in maniera lirica. Per dirla con Maria Zambrano: “… ho coltivato il progetto di cercare i luoghi del pensiero filosofico, rilevando che la maggior parte di essi erano rivelazioni poetiche.”

Il libro intende partire da questo stupore. Ne percorre gli stadi. Ma si dibatte nella speculare insondabilità e ambivalenza della parola, con la sua solitudine, anche per l’assenza e l’abbandono, subìto e forse cercato, dell'”oggetto del desiderio”.

Assenza che porta infine a uno sguardo che si annulla, secondo le intuizioni di Derrida. Fino alla declinazione, oltre lo sguardo, di un universo non referenziale, che nega alla stessa poesia l’incanto e il “canto originario” e li consegna all’ultimo luogo della digressione onirica e di un improbabile ricordo della visione.