Anna Dari ci racconta come nasce il suo libro “Prigioniera libera” ( editrice Letteratura Alternativa, Asti ) , in cui descrive il potere catartico e terapeutico della creazione artistica : quando la vita diventa musica, poesia e colore …..
– Tutto iniziò la sera del 9 luglio 2007 quando, nell’ incantevole cornice di piazza Cattedrale della mia città, Asti , assistetti al concerto pianistico dell’allora esordiente Giovanni Allevi che, tra un brano e l’altro, raccontava gli episodi salienti della sua vita umana e artistica.
A un certo punto ricordo che pensai “ Un pianista classico che ha lasciato gli spartiti per comporre musica sua …. Forse anche io ce la potrei fare…..invece di cercare di fare jazz e non riuscirci …..potrei comporre musica mia !!!”. Così avvenne come uno squarcio improvviso : nuovi orizzonti esplosero nella mia mente troppo provata e persa nel buio tunnel della mia difficile vita e della depressione.
Il mattino seguente, in preda a un profondo dolore dovuto a situazioni familiari molto difficili, aprii la porta della sala, guardai pianoforte e sgabello, e dissi in modo perentorio a me stessa : “Tu adesso ti siedi su quel dannato sgabello e inizi a buttar fuori tutto quello che hai dentro…”. Da questa scena rimasta indelebile nella mia memoria nacque Broken heart ( Cuore in frantumi ) dall’evidente sapore blues, quel blues che da tanti anni mi scaldava il cuore; primo di una serie di brani misteriosamente composti a mente , uno dopo l’altro , sempre con la domanda a me stessa “ E adesso cosa succederà ? Arriverà un nuovo brano ? “.
Verso la fine del secondo brano …” E adesso cosa succederà ? Arriverà il terzo ?” Alla fine del quinto brano smisi di farmi sempre la stessa domanda : avevo ormai capito che qualcosa di imprevedibile , misterioso e magico era accaduto nella mia mente e che la capacità creativa di combinare i suoni non mi avrebbe mai più abbandonata .
Durante il successivo anno, il 2008, sentii forte dentro di me il bisogno di esprimermi anche attraverso la parola, riprendendo quella giovanile vena poetica abbandonata da decenni nel cassetto, quando la poetica di G.Leopardi , G.Pascoli e U.Foscolo mi rapirono letteralmente il cuore, e dopo di loro gli ermetici Quasimodo , Montale e Ungaretti . Fu così che iniziai a scrivere poesie, abbinate ai brani pianistici che già in quel primo anno avevo composto, facendo un ‘operazione mentale a “ritroso” tornando cioè con la mente e il cuore esattamente nello stato d’animo in cui avevo composto la musica. Nacquero così le prime poesie, e poi una dopo l’altra, altre non abbinate alle musiche. Insomma tradurre i miei stati d’animo in scritti chiamiamoli “poetici “divenne una seconda forma di espressione interiore che mi permise, insieme alla musica, di entrare in contatto con le mie emozioni più profonde e nel portarle alla luce sentivo dentro di me, ogni volta, una sensazione liberatoria e terapeutica. In effetti, grazie alla creazione artistica musicale e poetica, in quegli anni per me durissimi ,dove la depressione invadeva mente, anima e corpo portandomi a vagheggiare continuamente e ossessivamente il suicidio come possibile unica salvezza alla sofferenza ( era la seconda volta a distanza di 15 anni dalla prima terribile depressione durata piu’ di due anni con un lungo e sofferto percorso di cure farmacologiche e psicologiche anche ospedaliere) riuscii ,dicevo, proprio grazie alla creazione artistica ad evitare di ricorrere agli antidepressivi . Questa volta i miei due più potenti antidepressivi erano diventati la composizione pianistica e la scrittura poetica . Iniziai a scrivere anche un libro dal titolo ”Non volevo fare la maestra” per raccontare quanto fosse bello, emozionante e arricchente questo mestiere da cui avevo sempre cercato di sfuggire preferendo insegnare musica ai ragazzi della scuola media , ma rimase lì, da finire, in un cassetto. Nel 2013 , però, dovetti cedere e ricorrere ai farmaci, per circa un anno, perché neanche più la musica e lo scrivere riuscivano a colmare quel devastante senso di solitudine e vuoto che mi portavo dentro da quando, nel 2007 , anche la mia seconda unione , con la nascita della mia seconda figlia , era irrimediabilmente naufragata. Un vuoto interiore che non è tristezza , o meglio è tristezza ma … all’ennesima potenza. E’ fatica di vivere , è angoscia di vivere in un tunnel grigio/nero tutti i santi giorni , dove gli occhi non vedono più i colori intorno, dove qualunque piccola cosa da fare , persino una telefonata , ti appare come una montagna da scalare ; dove nulla , proprio nulla, riesce più a procurati un sorriso . Ecco , la mancanza dei colori e l’assenza totale di voglia di ridere e di provare piacere per qualcosa , in psicologia definita “anedonia” , erano le due cose che più mi mancavano e mi distruggevano dentro . Le giornate trascorrevano in modo ineluttabilmente sempre uguali e ferme a sé stesse , in un continuo solitario dialogo interiore che sfiorava la sensazione di poter impazzire da un momento all’altro . Mutismo e impossibilità di provare speranze e desideri . E poi, lo schiacciante senso di colpa nei confronti dei propri cari perché quando sei perso in quel tunnel di grigiore, persino gli affetti familiari si appiattiscono , si spengono , in un inaridimento progressivo che non solo ti isola dalla vita ma che ti fa anche sentire un mostro per il fatto di non riuscire più a sentire dentro quei normali sentimenti d’amore familiari che prima connotavano la tua vita. Purtroppo, e ci tengo a sottolinearlo, la forza di volontà, la passione e l’impegno nel portare avanti le proprie passioni e i propri talenti, di qualunque tipo essi siano, sono potenti e indispensabili per aiutare a superare gli stati depressivi, ma nelle situazioni più profonde e distruttive i farmaci sono di assoluta necessità, se non altro a superare la fase più terribile. La depressione mi ha tolto tanto, interi anni di vita in questi trent’anni della mia vita, ma mi ha anche dato e restituito tanto: senza quegli stati d’animo devastanti non avrei mai scoperto e sperimentato il potere dell’auto guarigione attraverso la creazione artistica, non avrei mai saputo di poter comporre musica, scrivere poesie e persino colorare una tela, non avrei mai e poi mai vissuto i numerosi momenti di vita bellissimi che grazie ai miei concerti pianistici ho potuto vivere. Non avrei mai scoperto che il mio pianto interiore e successivamente la mia gioia, potessero trasformarsi in suoni, parole e colori, regalando lacrime di emozione anche agli altri . Non avrei mai conosciuto le persone meravigliose che, proprio grazie ai miei concerti ,ho potuto conoscere ricevendo indietro , dai loro sguardi e dalle loro parole , tutta l’emozione che loro dicevano di aver ricevuto da me durante il concerto ascoltandomi ; persone che mi sono rimaste tutte nel cuore e nella mente come gemme preziose, una per una .
In ” Prigioniera Libera” narro, in prosa e poesia , dell’ Universo femminile legato ai temi dell’amore, anche quello universale , della maternità ,dell’amicizia , della solitudine, della depressione , della violenza sulle donne e sui bambini. Ma racconto anche anche della mia passione per la vita , per la musica , per l’arte e la magia dei colori e del potere terapeutico di tutte le forme espressive e artistiche , e ancora della travolgente forza propulsiva dei sogni e passioni che accompagnano le nostre esistenze tenendoci in vita .
Da allora, dal mio primo brano composto nell’ ormai lontano 2007, Broken heart, improvvisamente e inspiegabilmente per una piccola pianista di provincia con il diploma appeso da 18 anni alla parete, improvvisare , comporre al pianoforte, scrivere poesie , e a volte dipingere , è diventato per me motivo di grande luce. Luce che mi permette di combattere quel Male Oscuro che, sottile, si insinua subdolo, impadronendosi della mente e della vita di milioni di persone, me compresa, alle quali voglio dire:” Il dolore, anche il più grande e devastante, può trasformarsi in altro dono di bellezza, quella creativa… bisogna solo trovare la sua forma , qualunque essa sia ,nella nostra mente e nella nostra volontà“.
Da venticinque sono prigioniera della Depressione , ma nello stesso tempo è stata proprio lei , la mia aguzzina, a rendermi libera di volare nel mondo della creazione artistica musicale, poetica e pittorica, in un lungo straordinario processo di ciclica autoguarigione nel quale la vita si trasforma in musica , poesia e colore .
ANNA DARI ( biografia)
Diplomata in Pianoforte presso il Conservatorio “A.Vivaldi” di Alessandria Anna Sfregola , in arte Anna Dari, dopo una iniziale attività concertistica interrompe per lunghi 18 anni e per motivi familiari tale attività dedicandosi esclusivamente e attivamente all’insegnamento.
Appassionata di musica jazz insegue per molti anni il sogno di improvvisare al pianoforte finchè un giorno nel luglio 2007, a causa di un profondo stato depressivo per sofferte situazioni familiari, si avvicina al pianoforte e finalmente uno squarcio nella sua mente : nasce così il primo brano Broken heart ( Cuore in frantumi ) dall’evidente sapore blues . E da Broken heart, misteriosamente arrivano pian piano tutti gli altri brani fin’ora composti ed eseguiti in pubblico con grande consenso di pubblico e di critica in varie citta’ italiane: Asti, Torino , Alessandria , Perugia, Trieste, Piacenza e la partecipazione al prestigioso LakeComoFestival. Sempre a Torino presso il Teatro Orpheus l’8 marzo 2014 in occasione della Festa della Donna ha partecipato al Concerto “ Mozart e le donne” durante il quale ha suonato in prima esecuzione Nazionale il brano “ La Forza della vita “ nella versione per piano e orchestra d’archi e il brano “Una carezza per Chiara” per violoncello e piano dedicato a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale .Contemporaneamente scrive una Raccolta di poesie dal provvisorio titolo “Suoni e Colori dell’anima “Suoni e Colori dell’Anima” da cui sono tratte le poesie collegate ai singoli brani , nove delle quali già pubblicate nell’Antologia poetica “ La Voce del vento” Ed. Tracce nel Vento . Attraverso la sua musica e le sue poesie , Anna Dari racconta non solo della sua vita ma dell’Universo femminile in generale nelle sue tante e preziose sfumature , parla dei bambini vittime di violenza , del profondo senso di solitudine e dolore insito al male oscuro della depressione , ma racconta anche della potenza della musica e della poesia e del miracoloso potere catartico della creazione artistica , del senso di amore Universale a cui la sua anima anela , insomma racconta di come arte e vita siano diventate per lei due facce della stessa medaglia . Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo . Poi nuovamente l’urgenza di trasformare in musica le proprie emozioni e nascono i nuovi brani “Assolo” e “Sognando il mare “ che aprono ad Anna una nuova vena compositiva , più intima e minimale . Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo con un concerto ad Azeglio sul lago di Viverone in occasione della festa della donna e lo scorso giugno ha tenuto un Recital durante la Festa della musica di Torino . Lo scorso mese di ottobre 2018 ha pubblicato il primo EP “ Dreaming with Annie “ con 5 brani fra cui Assolo e Sognando il mare .
Recente la pubblicazione delle Silloge poetica “PRIGIONIERA LIBERA” con la Casa Editrice astigiana Letteratura Alternativa . Il libro , tra narrazione e poesia, racconta dieci anni del viaggio umano e artistico della scrittrice legati al tunnel della depressione e alla possibilità del suo superamento , non solo attraverso il supporto farmacologico e psicologico , ma anche attraverso proprio la creazione artistica e di questo ne vuole essere forte testimonianza . Da allora,improvvisamente e inspiegabilmente per una piccola pianista di provincia con il diploma appeso da 18 anni alla parete, comporre, scrivere poesie e, a volte , dipingere è diventato per lei motivo di Grande Luce .
Il 16 marzo Anna Dari ha eseguito alcuni brani di sua composizione durante la serata di letture “A proposito di donne ” , promossa d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità e la Consulta Pari Opportunità del Comune di Alessandria e inserita nel “Marzo Donna ” , svoltasi al Museo Etnografico della Gambarina ( nella foto) .
L’ha ribloggato su Alessandria today @ Pier Carlo Lava.
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