La libertà non è così scontata, proprio come dice Amadeus dal palco dell’ Ariston. Ancora in troppe parti del mondo si lotta e si muore per essa. Per questo quando qualcuno nel nostro paese si lamenta a tal proposito, mi verrebbe da prenderlo a schiaffi. Noi che siamo nati liberi grazie alle lotte d tanti che sono venuti molto prima di noi, non sappiamo apprezzare questo inestimabile valore che ci hanno donato.

Qualcuno però nasce ancora non libero e gli tocca a lui lottare, spesso anche a prezzo della vita.

Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani di origini iraniane, ospite della seconda puntata della 73esima edizione del Festival di Sanremo, ha portato sul palco di Sanremo la causa iraniana, cercando di sensibilizzare la gente su quel che sta succedendo ancora in Iran, tra il racconto dei tanti giovani imprigionati o giustiziati.

Ha terminato il suo messaggio recitando, con la complicità di Drusilla Foer, il testo della canzone di un musicista iraniano, che ha messo in musica i tweet che i ragazzi hanno scritto sulle libertà negate.

Shervin Ajipour, autore della canzone ormai divenuta l’inno di questa estrema lotta, per questo è stato arrestato e il suo account silenziato.

Per poter ballare per strada.

Per paura di baciarsi.

Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle.

Per l’imbarazzo, per la vergogna.

Per i bambini che perdono i loro sogni.

Per i cani innocenti e proibiti.

Per queste lacrime, per questo pianto interrotto, per questo paradiso forzato e per gli intellettuali in carcere.

Per i bambini rifugiati in Afghan.

Per sentire il senso di pace, per il sorgere del sole dopo lunghe notte e per la ragazza che desiderava essere un ragazzo.

Per donna, vita e libertà.

Per la libertà.

Chi è Pegah Moshir Pour

Lucana, di origine iraniana, ha 31 anni. Possiede una laurea magistrale in ingegneria ma è soprattuto un’attivista, che da mesi è ormai in prima fila nella divulgazione di contenuti su quanto sta accadendo in Iran, dopo le proteste nate in seguito della morte di Mahsa Amini, uccisa per mano della polizia morale.
 

Pegah in Italia ci è arrivata quando aveva 9 anni. Nata nel 2001 in Iran, è stata infatti costretta a lasciare il suo paese a causa di una precedente scia di proteste che aveva messo in pericolo la vita di moltissimi a Teheran e non solo. Adesso, come attivista e content creator, la sua voce è tutta a sostegno delle proteste delle donne e dei giovani iraniani.

Grazie Pegah, la tua voce è quella che più ho apprezzato ieri sera!