MARZO

Dopo la pioggia la terra
è un frutto appena sbucciato.

Il fiato del fieno bagnato
è più acre – ma ride il sole
bianco sui prati di marzo
a una fanciulla che apre la finestra.

GIORGIO CAPRONI, 1932

Questa poesia fa parte della raccolta giovanile ‘Come un’allegoria’. La fanciulla che apre la finestra è la fidanzata Olga Franzoni, che abitava con la madre nella casa di Caproni a Rovegno, nella cui scuola elementare egli insegnava. Olga morì ai primi di marzo del 1936 di setticemia. Caproni dichiarò: ‘questa è la prima poesia che ho scritto; era molto più lunga, più descrittiva, per cui l’ho tagliata; la lettura dell’”Allegria” di Ungaretti mi aveva fatto capire l’importanza dell’economia della parola’. La poesia consiste in un distico e una quartina, una la rima ‘sbucciato/fiato/bagnato’, versi: 1 ottonario, 4 novenari, 1 doppio senario; 4 enjambement per rallentare il ritmo. Caproni descrive un paesaggio campestre: la pioggia, la terra sembra un frutto appena sbucciato, l’odore del fieno bagnato è intenso, ma il sole mattutino di marzo illumina e scalda i prati, mentre una fanciulla apre la finestra della sua stanza.