Sarah è una giovane americana scappata dal suo paese con una valigia contenente 200.000 dollari sottratti alla sua datrice di lavoro, un’anziana scrittrice di letteratura della quale era segretaria. Si rifugia a Bangkok, luogo dove è sicura che potrà riciclare facilmente il denaro, e prende alloggio nel Kingdom, una lussuosa costruzione dal nome simbolico, situata nel centro storico della città, costituita da quattro torri di ventitré piani ciascuna e collegate tra di loro da corridoi di vetro per attraversare i quali sono necessarie  chiavi di sicurezza  possedute solo dai residenti. Dall’alto degli ultimi piani è possibile ammirare il panorama della città costituito da torri ornate di calotte, luci al neon, giardini pensili. Al piano terra del Kingdom è presente una larga piscina riservata ai residenti che vi possono nuotare liberamente. È qui che, durante una nuotata, Sarah conosce un’altra residente del posto, Mali, un’euroasiatica che si fa chiamare anche “View”, e quest’ultimo è già un nome che dovrebbe suggerire qualcosa al lettore. A questa conoscenza fa seguito quella di altre due donne: Natali, proprietaria di un albergo e sposata con un uomo che si occupa di oscuri affari, e Ximena, una cilena che lavora in un ristorante di cucina sudamericana. Le quattro donne intendono incontrarsi periodicamente per giocare a poker e, tuttavia, dopo la prima volta, per motivi svariati non meglio precisati non riescono a portare avanti l’intento. Tutto sembra procedere secondo routine ma qualcosa inizia a rendere torbida la scena. Siamo in piena stagione dei monsoni, all’esterno sono iniziate i primi momenti di una sommossa popolare contro le forze governative (l’ambientazione del romanzo è nel 2020), che porteranno a rendere attivo il coprifuoco dalle 22 di sera alle 5 del mattino. Viene interrotta a tratti, restando assente per ore, l’energia elettrica, creando il maggior disagio perché è impossibile usare l’aria condizionata, i vari inquilini e condomini iniziano ad avvertire paura di quanto possa accadere e si verificano le prime fughe dai vari appartamenti. In questa situazione avvengono episodi misteriosi portatori di indizi che coinvolgono sempre di più Sarah: un omicidio all’apparenza inspiegabile, un cadavere che potrebbe non essere tale, una vestaglia macchiata di sangue, un paio di pantofole giapponesi, un appartamento lasciato vuoto senza che si sappia nulla della persona che avrebbe dovuto occuparlo, messaggi minatori, una padrona di casa invadente, una cameriera affamata di denaro, un custode che conosce più cose di quanto possa sembrare, il misterioso suono di un piano, una bambina che potrebbe essere un fantasma (reale o creato dall’inconscio della protagonista).

Osborne, sempre molto attivo in questo genere di narrazione, ci “sguazza” dentro e conduce il lettore fino alla soluzione finale lasciandogli però qualche dubbio su alcuni punti della vicenda volutamente non chiariti del tutto. Fermo restando l’originalità della trama occorre comunque rilevare che al romanzo in diversi punti manca la scorrevolezza che dovrebbe essere propria nei libri di questo genere e che inoltre la soverchia descrizione dei luoghi di ambientazione interrompe l’agilità della lettura. (Adelphi Ed., collana Fabula, prezzo € 20,00)