
Mirella Ester Pennone Masi
10 marzo 2015 •
(Poesia a tema)
Madre Terra
Lampo d’ambra e di luce,
eterno girotondo attorno al sole,
dall’ignoranza cieca delle contraddizioni
ti rese giustizia l’alba copernicana;
dal primordiale titanico caos
vette e ghiacciai scintillanti ci ricordano la tua nascita.
Ammantata da verdi selve colme d’eco
ci rammenti naturali antichi sentieri,
celati fra verdeggianti verzure.
L’essere umano spesso ti oltraggia
sebbene ogni cosa di te sia stupore.
Tu ti ribelli e mi fa terrore
quel vomitar fuoco dei tuoi vulcani
e i furenti mostruosi uragani;
sei la meraviglia di paesaggi romantici
e di profondi fondali.
Madre generosa,
basteresti a sfamare l’intera umanità
se il cinismo di pochi ignorasse
la sete di conquista e l’avidità;
ti hanno diviso, spartita, inventando confini.
Ebbene, io ti voglio pensare d’estate
quando si specchia il cielo sulle risaie,
nello scintillio della rugiada, nella bruma mattutina
che gradatamente si solleva come un velo
a scoprire la pianura,
nel mosso delle zolle impastate dalla pioggia
e dalle perle di sudore del contadino;
sei fresca riva dove si posano gli aironi,
la collina e la vigna,
il tramonto vermiglio nella sera;
dopo la pioggia sento il tuo odore frullare nel vento
che spira tra i pioppi e faggi d’argento.
Sei perla azzurra sospesa nel cielo,
culla, dove il seme germoglia e al sole matura,
sei l’armonia feconda che vita espande
tu e noi, partoriti dalla stessa lacrima divina.
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