Rai Cultura – Letteratura – Elisa Donda

“Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg

“Il fascismo non aveva l’aria di finire presto. Anzi non aveva l’aria di finire mai.

Erano stati uccisi, a Bagnole de l’Orne, i fratelli Rosselli. Torino, da anni, era piena di ebrei tedeschi, fuggiti dalla Germania. Anche mio padre ne aveva alcuni, nel suo laboratorio, come assistenti.

Erano dei senza patria. Forse, tra poco, saremo stati anche noi dei senza patria, costretti a girare da un paese all’altro, da una questura all’altra, senza più lavoro né radici, né famiglia, né case.”

“La guerra, noi pensavamo che avrebbe immediatamente rovesciato e capovolto la vita di tutti. Invece per anni molta gente rimase indisturbata nella sua casa, seguitando a fare quello che aveva fatto sempre. Quando ormai ciascuno pensava che in fondo se l’era cavata con poco e non ci sarebbero stati sconvolgimenti di sorta, né case distrutte, né fughe o persecuzioni, di colpo esplosero bombe e mine dovunque e le case crollarono, e le strade furono piene di rovine, di soldati e di profughi. E non c’era più uno che potesse far finta di niente, chiuder gli occhi e tapparsi le orecchie e cacciare la testa sotto al guanciale, non c’era. In Italia fu così la guerra.”

“Pavese sì uccise un’estate che non c’era, a Torino, nessuno di noi. Aveva preparato e calcolato le circostanze che riguardavano la sua morte, come uno che prepara e predispone il corso di una passeggiata o d’una serata. Non amava vi fosse, nelle passeggiate e nelle serate, nulla di imprevisto o di casuale. […] L’imprevisto lo metteva a disagio. Non amava essere colto di sorpresa.”

Ho letto ”Lessico famigliare” in viaggio, tra uno spostamento e l’altro, scorrendo con lentezza ogni più piccolo ricordo trascritto da Natalia Ginzburg. Inizialmente, non lo nascondo, ho fatto fatica a immergermi e capire il “lessico famigliare” dell’infanzia della Ginzburg, poi piano piano i modi di dire, le cadenze variamente dialettali di ogni personaggio sono diventati un tutt’uno con la narrazione. La voce dei personaggi risuona nella mia mente anche ora, terminato il libro.

Questa è un’opera di riflessione su un periodo storico – almeno 40 anni di ‘900, ovvero prefascismo, fascismo e postfascismo – di una famiglia, che divenne poi di ogni famiglia italiana, e come ogni riflessione ti accompagna per molto tempo.

Lettura coinvolgente, intimistica e fortemente immersiva!