I giornali cartacei sono quasi finiti. È tutto un pullulare, un moltiplicarsi in modo esponenziale di testate giornalistiche online. Però i giornalisti dovranno cambiare lavoro o rimanere senza lavoro. È già da anni che sono sottopagati. Fino a qualche anno fa i giornalisti venivano considerati dei privilegiati. Si diceva e lo dicevano loro stessi: “sempre meglio che lavorare”. Vecchioni in tempi non sospetti cantava: “il giornalista in fondo è un modo di campare”. Un tempo c’era chi se la tirava perché era iscritto all’albo dei giornalisti e più recentemente qualcuno sosteneva che per far parte di una redazione giornalistica ci volesse la raccomandazione e ancora c’erano forze politiche come i grillini che denunciavano lo scandalo dei milioni per i finanziamenti pubblici ai quotidiani. Insomma i giornalisti da anni non sono più ben visti e rispettati ma da alcuni addirittura considerati una casta di mangiapane a tradimento. Un tempo gli operai venivano licenziati per la diffusione della robotica. C’è stato un tempo in cui il giornalismo ufficiale è stato messo in crisi dal giornalismo partecipativo. Ora è arrivata l’intelligenza artificiale. La casa editrice Axel Springer è in fase di ristrutturazione, durante la quale alcuni giornalisti sono stati licenziati e sostituiti dal chatbot Chat GPT. I tagli riguardano due testate tedesche: Die Welt e Bild. Ora i giornalisti verranno licenziati per l’intelligenza artificiale. Ho scaricato la chat Gpt. Ho chiesto in inglese un articolo sul porno. Mi ha risposto che non poteva trattare temi sessualmente espliciti. Ho chiesto in inglese un saggio sulla poesia. Me lo sono fatto tradurre in italiano. Più che un saggio breve era un riassunto di un riassunto di circa 400 parole, però scritto correttamente, anche se molto basilare e scontato. Dopo 2 minuti ho chiesto direttamente in italiano un saggio sul poeta Montale. Dopo 10 secondi avevo un riassunto di circa 500-550 parole della poetica di Montale. Era più profondo del saggio precedente sulla poesia, non banale, anche se non aveva la stessa qualità di una pagina Wikipedia di Montale oppure di un articolo su Montale di una rivista letteraria online o cartacea. Scrivere un articolo di cronaca locale o fare un’inchiesta giornalistica sarà molto più semplice e più facile con l’ausilio di chatbot. Ma perché -mi chiedo io- chat Gpt è gratuita? Che cosa ci guadagna Musk, che insieme ad altri l’ha ideata? Ebbene questa forma di intelligenza artificiale non è neutrale; la tecnologia non è mai neutrale. I contenuti, così come tutte le risposte di chat Gpt, possono essere strumento di propaganda, possono veicolare certi messaggi e certe ideologie invece di altre. A questo mondo nessuno fa niente per niente. La stessa Alexa fa parte del capitalismo di sorveglianza. I nostri dati, le nostre abitudini sono tutti in mano del potere. Siamo tutti controllati, schedati, sorvegliati. E state pur tranquilli che chat Gpt è un modo per condizionare i mass media di tutto il mondo. Un tempo c’erano i condizionamenti dei mass media. Ora questi chatbot condizionano i mass media, sono un cavallo di Troia dei mass media. Di sicuro ne è passata tanta di acqua sotto i ponti da quando venne diffuso il primo chatterbot, ovvero Eliza, grazie a cui a molti sembrava di parlare con uno psicoterapeuta. Certamente l’asticella si è alzata perché oggi con la presenza dell’intelligenza artificiale sopravviveranno solo i giornalisti e i content creator che per l’appunto sapranno scrivere cose pregevoli, di qualità elevata. Forse i giornali e il giornalismo sopravviveranno, ma i giornalisti saranno sempre di meno. E coloro che sopravviveranno per scrivere i propri articoli si avvarranno sempre più spesso di chatbot. Insomma intelligenza artificiale, giornalisti artificiali, articoli artificiali. Cosa c’è rimasto di vero o almeno di umano? Benvenuti nell’epoca del postumano, dove noi umani siamo sempre più ibridi e i robot sembrano avere un’anima…
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Su chat Gpt, sul giornalismo, sul postumano…
