(Rovigo)

 Ciao, 

ringrazio  Carolina Paolillo che nel suo Blog,  Il salotto dei Betta, ha fatto una bella Recensione e Analisi del mio thriller e del Killer … 

Grazie e Buona lettura 🙂

https://ilsalottodeibetta.blogspot.com/2022/09/vernissage-lintimita-di-un-quadro-di.html

CONSIDERAZIONI GENERALI

Devo dire che ci sto prendendo gusto a leggere romanzi polizieschi. Merito senza dubbio dell’autrice, Maria Cristina, delle sue capacità a livello narrativo e della sua evidente passione per storie di questo genere.

A parer mio “Vernissage” non è solo un romanzo thriller con una rilevante componente erotica (già dalla sinossi lo si capisce) ma si può percepire addirittura una nota quasi soprannaturale, in particolare nella “genesi” del killer e nel suo modus operandi.

L’autrice non ci svelerà la sua identità alla fine, con un colpo di scena o un’illuminazione degli investigatori, bensì lo farà a circa metà libro, dandoci così la possibilità di conoscerlo sia come persona, sia come assassino.

La storia del killer, della sua ri-nascita così pregna di esoterismo, di perversione e di morte mi ha lasciata spiazzata, in senso positivo. Non immaginavo, leggendo la trama o i primi capitoli, che “Vernissage” potesse avere tinte così oscure e per certi versi così intriganti. Sì, sono un’amante dell’horror in tutte le sue forme, benché alcune tematiche continuino a suscitare in me un certo turbamento emotivo.

Scopriremo, nei vari flashback, che l’assassino a suo tempo è stato una vittima innocente. Sì, so bene che la vittima è sempre innocente, ma questa parola ha un suo perché e vorrei aumentare la vostra curiosità non svelandovi il vero motivo per cui ho voluto aggiungere questo aggettivo. Non penso assolutamente ci sia, da parte dell’autrice, voglia di far “empatizzare” il lettore con un criminale; tuttavia spesso, mentre leggevo, mi sono chiesta se con certe predisposizioni ci si nasce o se sono frutto delle circostanze della vita. Rimarrò sul vago per non incorrere in spoiler troppo pesanti, e non mi dilungherei ulteriormente su considerazioni personali superflue.

L’autrice non utilizza termini crudi nelle descrizioni di determinate scene raccapriccianti, riuscendo comunque a darci una visione molto nitida e di ciò che succede, che ci coinvolge totalmente nella lettura. Quello di Maria Cristina, come ho detto anche nella precedente recensione, è uno stile di scrittura priva di fronzoli e giri di parole per allungare il brodo. Arriva dritta al punto concedendosi qua e là degli approfondimenti, senza però rallentare il ritmo della narrazione, che appare sempre fluido e incalzante.

Come nel suo precedente romanzo giallo (Delitto al Condominio Magnolia), anche in questo nessun personaggio è una mera comparsa ma ognuno ha il suo ruolo specifico e utile all’interno della narrazione.

Per concludere, vorrei dire che non ho trovato forzature o espedienti poco credibili per mandare avanti la storia. Non esiste “l’omicidio perfetto” e prima o poi anche il più attento dei killer finisce per commettere un errore fatale.

Ringrazio l’autrice per avermi affidato le sue opere e avermi dato l’opportunità di leggerle e recensirle.

Presto tornerò con un suo nuovo romanzo, pubblicato quest’anno.

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