
Recensione di Regina Cesta
“La favola nera della Kuçedra” è l’ultimo lavoro di Giuseppe Marchionna, che con questo romanzo ha vinto il Premio Nebbia Gialla 2022 per i romanzi inediti.
Pubblicato da Laurana Editore nella Collana Calibro 9, è stato presentato lo scorso 11 febbraio all’edizione 2023 del Nebbia Gialla Suzzara Noir Festival, che ormai è diventato uno dei principali appuntamenti nazionali del filone letterario dei romanzi gialli e noir.
Sul palco del Cinema Dante di Suzzara (MN), Marchionna si è avvicendato con i più grandi giallisti italiani, a partire dal “maestro” Maurizio De Giovanni e continuando con gli scrittori di grande successo come Gian Andrea Cerone, Barbara Perna, Piero Colaprico, Marco Malvaldi e tanti altri.
“La favola nera della Kuçedra” è un romanzo noir che, pur svolgendosi ai giorni nostri, riporta alla memoria avvenimenti storici spesso dimenticati, dall’esodo biblico dei primi anni Novanta della comunità albanese in Italia alla guerra nel Kosovo con tutti i suoi orrori.
Quegli eventi storici fanno da sfondo della nuova indagine di Piergiorgio Sovieri, detto Pigì, giornalista brindisino che con il suo caratteristico “pensiero ruminante” è sempre decisivo nello sbrogliare complesse matasse investigative, come già aveva fatto nei primi due romanzi dell’autore: “L’unguento delle streghe” e “La provvigione del diavolo”.
Questa volta la vicenda ruota intorno all’ambigua e contraddittoria esistenza di una donna albanese, Ronika Treska, soprannominata in patria la “Kuçedra”: una figura di antica memoria nella mitologia del Paese delle Aquile associata all’idea di una creatura malvagia, che viene rappresentata come un drago femmina a forma di serpente a più teste che a volte può anche apparire nelle vesti di una donna.
Ronika Treska è una donna bella, potente, discussa e ingombrante che improvvisamente viene sconvolta dall’inspiegabile assassinio della sua giovanissima e unica figlia. Si rende conto che per comprendere il senso di quella tremenda sventura deve ripercorrere i passi più salienti della sua esistenza, nella speranza di rintracciare un indizio, un’idea che possa spiegare la ragione di tanto crudele e spietato accanimento.
Pigì Sovieri è il testimone silente del racconto della donna, che rappresenta emblematicamente la storia del percorso che molti profughi albanesi di quegli anni hanno compiuto in Italia, nel Paese dei loro sogni di libertà e benessere. Una storia che intreccia la feroce determinazione a lasciarsi alle spalle il frustrante sentimento di inevitabile povertà e l’irriducibile ambizione di occupare un posto al tavolo di quelli che contano, se necessario praticando atteggiamenti disinvolti se non proprio criminali.
Il contrasto tra il carattere forte e risoluto della Kuçedra e l’apparente pacatezza e bonomia del giornalista-testimone attraversa tutto il romanzo, delineando un gioco di ruoli nel quale i colpevoli e le vittime assumono di volta in volta sfumature e accenti diversi.
In particolare, la figura di Pigì Sovieri viene delineata fuori dal cliché del maschio ruvido e prevaricatore, per assumere la connotazione di un uomo sensibile, più volte ferito dall’amore che nonostante tutto non si arrende e spera ancora di amare di nuovo. Ne esce fuori un personaggio piacevole e interessante, che fa tenerezza per le sue ansie e insicurezze, ma che quasi costringe il lettore a “tifare” per lui.
Da segnalare che nel terzo romanzo delle indagini di Pigì Sovieri entrano in gioco nuovi protagonisti, come la giovane Vice Questore Olga Balestrozzi, capo della Squadra Mobile di Brindisi e due strampalate ragazze di paese che si trovano implicate in una vicenda che scorre parallela a quella principale.
Le due storie misteriose apparentemente non hanno nulla in comune, ma alla fine si rivelano strettamente intrecciate, riuscendo a rimandare di pagina in pagina la soluzione della vicenda, tanto che quando il lettore pensa di aver compreso chi è il colpevole, scoprirà che non è così, tenendo sempre alta la tensione narrativa.
I personaggi di questo romanzo sono tutti ben delineati e la sua conclusione sembra far strada a un’altra storia con Pigì Sovieri che questa volta sembra aver finalmente trovato il vero amore.
Ma sarà davvero così?
Regina Cesta