RECENSIONE:

Tra il cabaret e una forma di Stand-up comedy, che guarda a una novella forma di commedia dell’arte, c’è lui, moderno giullare e simpatico scavezzacollo, auto dichiarantesi scorrettissimo con tutto quello che possa contenere questo termine. Sul palco, a fargli da spalla ma anche a interagire con lui, tre musicisti che si chiamano non a caso i Virtuosi del Carso in quanto virtuosi lo sono davvero: Emanuele Dell’aquila alla chitarra/chitarra elettrica e basso, Alex Orciari al violoncello e Stefano Bembi alla fisarmonica. È lì a raccontare la vita, com’è annunciato all’inizio dalla voce diffusa di Frank Sinatra (“That’s Life”). E la vita, si sa, è formata da un insieme di episodi, piccoli e grandi, lunghi e brevi, comici e tristi, ma comunque “l’è bela” come scrisse nella sua celebre canzone Enzo Jannacci, suo grande amico e collega e che viene puntualmente omaggiato nel rievocare episodi della loro carriera attoriale. Buona parte dello spettacolo è proprio dedicato a questi aneddoti che servono anche a spiegare, in una divertita e divertente serie di calembour, termini teatrali, quali la pausa o il vuoto di memoria che può colpire l’attore che si appresta a recitare un monologo. E qui ecco riaffiorare una battuta di Jannacci, che era anche un valente medico, “Meglio un vuoto di memoria in teatro che in sala operatoria”.

Lo spettacolo di Paolo Rossi non ha un copione prestabilito, almeno così dichiara l’attore all’inizio. È fuori dalle regole teatrali (ma, poi, esistono ancora regole teatrali prestabilite?), l’andamento viene deciso cinque minuti prima di andare in scena. Il pubblico è chiamato a partecipare a uno show in progress dal “grande e variopinto repertorio immenso” che cambia tutti i giorni. Il titolo stesso è provvisorio L’attore ha dichiarato in un’intervista che non farà satira “Basta con una satira all’insegna dei personaggi della tv e della politica”, ma poi, proprio in rispetto dello “scorrettissimo sé” la satira viene fuori comunque e il bersaglio è a trecentosessanta gradi. Eccolo che si muove a scatti come a voler cercare una postura adeguata che non trova, per concludere “Non riesco più a trovare la posizione della sinistra, io sono sempre lo stesso ma è la sinistra che ha cambiato di posto”. Parla di un terreno ricoperto di merda dove accorrono voluttuose e affamate ventotto milioni di mosche. Ricorda gli anni di recite alle Feste dell’Unità e quelle al Teatro Parioli dove aveva incontrato un illustre Cavaliere. Oggi i teatri sono meno frequentati, soprattutto dai giovani che per farli accorrere basterebbe far credere loro che i teatri sono proibiti e intanto fa un appello perché si restauri e si ripristini la Palazzina Liberty.

E così per circa due ore lo spettacolo procede tra gags esilaranti e provocatorie senza concedere tregua. Resta il momento in cui anche un giullare deve gettare la sua maschera di clown ed eccolo cantare la malinconica canzone “Dentro la maschera di Arlecchino” di Gianmaria Testa. Per poi concedere un bis con l’interpretazione, inedita per Milano, dell’intensa canzone di Jannacci “Chissà se è vero”. Poi c’è posto per i meritati, lunghi e prolungati applausi mentre Sinatra riprende a cantare il suo “That’s Life”. Repliche fino a domenica 19 marzo.

Agidi presenta
SCORRETTISSIMO ME
per un futuro, immenso repertorio
di e con PAOLO ROSSI
musiche dal vivo
Emanuele Dell’aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi
produzione Agidi

ORARI: feriali ore 20 – domenica ore 16
PREZZI: da 10 – 30 €
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI 
uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221  biglietteria@teatrogerolamo.it – info@teatrogerolamo.it – www.teatrogerolamo.it

TEATRO GEROLAMO
Piazza Cesare Beccaria 8 – 20122 Milano