
O FIORE
Sul mare tanto azzurro che par bianco,
che par questo mio bianco stellato vestito,
tu viaggi verso l’isola, viaggi verso me,
giungerai che ancor non sarà sera,
o fiore, o colore, o ardore,
sul mare ancor tutto soave mi protenderò,
e t’avrò fra le braccia
che crederai proseguire con la dolce nave
ancora ancora in eternità d’azzurro.
SIBILLA ALERAMO 1916?
Questa poesia si trova nella raccolta “Selva d’amore”, pubblicata da Mondadori nella collana ‘I poeti dello Specchio’ sezione ‘Momenti’ nel 1947. E’ dedicata a Dino Campana, che allora amava, ricambiata, con passione intensa, smisurata e incontrollabile. Strofa di nove versi, di varia misura; ho contato: 3 endecasillabi, 3 doppi settenari, 2 doppi senari, 1 novenario. Sibilla, vestita di bianco, guarda il mare azzurro, aspettando l’arrivo del suo innamorato, che sta viaggiando verso l’isola dove lei si trova. Arriverà prima di sera, Dino, invocato ‘fiore, colore, ardore’ climax ascendente. Sul mare calmo lei si sporgerà, finché non lo avrà fra le braccia, e lui crederà di proseguire con la dolce nave ancora – iterato tre volte – nell’eternità dell’azzurro infinito.
Lirica visiva, che diventa visionaria: onirica, subliminare, mistica, allucinata, come la loro storia d’amore.