RITORNO SULLA COLLINA

Andrò sulla collina

dove il grecale assilla avido l’erba,

sull’aia coi pastori

aspetterò la notte.

Fu questa, or è gran tempo, la mia vita:

un sasso sotto la nuca,

e chiuso nel duro tabarro

fumavo come un uomo.

Portatemi dunque sulla collina,

ho tante storie da raccontare,

e la malinconica luna

piace ancora ai miei occhi cervieri.

GESUALDO BUFALINO, 1954

Questa poesia fa parte della raccolta “L’amaro miele”, pubblicata da Einaudi nel 1982 e nel 1996.

Tre quartine di versi di varia misura; ho contato: 4 settenari, 4 endecasillabi, 1 ottonario, 2 novenari, 1 decasillabo; 4 enjambement per rallentare il ritmo. Il poeta ricorda la propria giovinezza in Sicilia, quando andava sulla collina, con il vento forte di nord-est, aspettando l’arrivo della notte sull’aia, come facevano i pastori. Era questa la sua vita allora; stava disteso con sasso sotto la testa, col mantello pesante addosso, e fumava come un uomo. Vorrebbe tornare sulla sua collina, e raccontare tante vicende, guardando la luna malinconica con i propri occhi, acuti come quelli della lince.