
DA UNA FOTOGRAFIA
Un piccolo rettangolo di carta platinata,
l’immagine a toni grigi d’un ciglio di monte,
a sera, contro un cielo di bioccoli di seta.
E tagliano monte e cielo due righe,
sembrano due righe di musica,
sono su due fili del telegrafo rondini ferme,
noticine nere, nere distanti nere vicine,
rondini inserite nel doppio grigio della sera,
e sembrano due righe di musica.
SIBILLA ALERAMO, 1916?
La poesia si trova nella raccolta “Selva d’amore”, pubblicata da Mondadori nella collana ‘I poeti dello Specchio’ nel 1947, sezione ‘Momenti’. Nove versi: 3 endecasillabi, e gli altri di lunghezza insolita: 1 ottonario+ settenario; 2 doppi settenari; 3 doppi ottonari. Sibilla descrive la fotografia – piccolo rettangolo di carta platinata – di un paesaggio di montagna: la cima del monte grigia verso sera, sotto le nuvole, riccioli soffici di seta; il monte e il cielo sono tagliati da due fili del telegrafo, ove sono appollaiate le rondini, che sembrano due righi dello spartito musicale; le rondini paiono noticine nere (iterato tre volte), inserite nel doppio colore della sera, il rosso del crepuscolo e il buio, assomigliano a due righe di musica. Lirica visiva che diventa visionaria, mistica, onirica e allucinata.