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Ricordi, quel vino; passione.
Si comincia.
Racconti.
Fiabe.
Quella storia che era dei giorni nostri.
Fame.
Guerra.
La tacca su quel bicchiere per il latte.
Tornato.
Vederlo.
Essere piccoli per accorgersi del suo fato.
Crescere con lui.
Divertimento.
Quel vino che l’ho aveva catturato.
La sigaretta per darsi quel tono.
Vizi.
L’osteria dopo il lavoro.
Il lavoro ottenuto nel dopo guerra.
Casa.
Malattia.
I figli che morivano.
Gli altri che non sapevano.
Storie.
Favole che ho sentito fin da piccolo.
Lezioni di quei suoi peccati, per non farli io.
Stanco.
Forse troppo.
Trovarmi.
Quella soluzione per redimersi l’anima.
Pregare quel dio che vada tutto bene.
Proteggermi.
Insegnarmi come usare il martello.
Indottrinarmi alla cultura del lavoro.
L’onore di essere un operaio.
Vecchio.
Forse ancora più stanco.
Quella sua scelta.
Il suo fato che si è cambiato.
La tentazione di quel vino che l’ ho ha fatto ammalare.
Smettere.
Stare bene.
Giorni che passano.
Giorni fatti di casette di legno.
Quella sua piccola stanza dei lavori.
Il traforo per fare le cornici.
Guardarlo.
Imitarlo a mio modo.
I giocattoli che riparavo con lui.
Il pezzo che ricreava con il legno.
Malattia.
Quel dio cattivo, che non si è dimenticato di lui.
Prove.
Operazioni su quel lettino.
Avvolte due volte in quel giorno.
Silenzio.
Non capire.
Diventare grandi.
Diventare quel suo scudo.
La sua volontà di vedermi uomo.
La sua benedizione di essere, anche io, suo figlio.
Notti passate in ospedali.
Lavoro da eseguire.
Aiutarlo.
Forse un goccio di quel vino.
Quel momento.
La mia promessa.
Le sua spoglie su quel letto.
Il suo corpo che non aveva più l’ anima.
Lacrime solo per quell’ attimo.
Un vestito fatto per il matrimonio, del altro suo figlio.
La bara che ho scelto.
Quei tre giorni ancora lì.
Quelle scale cosi faticose da portarlo là.
Tornare a casa.
Quel suo regno che mi ha lasciato.
Proteggere al suo posto.
Essere quel suo erede per quel destino.
Madre che era con noi.
Gli altri che sono qua e là.
Quel tavolo che sta lì.
La sua bottiglia di vino preferito in mezzo al mobile.
Ora il tempo passa.
Ora sono solo.
Mi rimane quella casa.
Mi rimane quelle sue foto.
Il ricordo.
Quel suo vino che sta lì tappato.
La sua passione, che l’ho messa in un cassetto.
Aspetto.
Forse, in quell’altro regno.
Forse possiamo essere di nuovo padre e figlio.
Forse, questa volta, ti trovo io.