ANCORA ASCOLTO UNA ROSA

Ancora ascolto una rosa

per me sola, nella notte.

Quante m’hanno parlato

con lor grazia sovrana

in stanze e giardini

sotto le più varie luci!

E questa è bianca e grande,

è tutta aperta, respira

l’ora sua miracolosa,

ma l’amato non è qui,

lui volevo ne gioisse…

Domani sarà tanto men bella.

Rosa alta su lo stelo!

La colsi al rorido fascio

che andava ad una sposa.

Nuovamente destinata all’amore,

all’amore nuovamente mancata.

Sole, nella notte, le mie labbra

sconsolate la sfiorano.

SIBILLA ALERAMO, 1916?

Questa poesia fa parte della raccolta “Selva d’amore”, Mondadori 1947, collana ‘I Poeti dello Specchio’. Poesia di 19 versi; ho contato: 5 novenari, 3 ottonari, 7 settenari, 1 decasillabo, 3 endecasillabi. L’incipit ripete il titolo; notevole la ripresa con l’iperbato ‘Nuovamente destinata all’amore/ all’amore nuovamente mancata’. Paesaggio notturno nella prima parte, ‘sola nella notte’, le rose che parlano alla poetessa in stanze e giardini; la rosa, bianca e grande è tutta aperta e respira (ambiguità semantica, erotica). Ma il suo amato, Dino Campana, non è con lei, quindi non può gioire della rosa, che domani sarà un poco appassita. Sibilla la raccolse da un mazzo rugiadoso, destinato a una sposa; ma la rosa destinata all’amore, all’amore è nuovamente mancata; le sue labbra la sfiorano sconsolate.