
Rai Cultura – Letteratura – Francesco Perri
LA LUNA E I FALÒ, di Cesare Pavese
Più e meglio che altrove si precisa, a partire dal titolo di questo romanzo, la nozione pavesiana di una “realtà simbolica”, fondata sul mito.
La nozione della luna accompagna, nelle sue fasi, le vicende del destino umano, scandisce i ritmi della vita contadina e il tempo circolare del suo calendario, con l’eterno ritorno delle stagioni. I falò sono i fuochi accesi dai contadini, di notte, durante le feste paesane. Rappresentano elementi superstiti di una realtà arcaica, legata a un momento magico e iniziatico di scoperta della vita, di comunione con la natura e gli uomini.
A questi falò si contrappongono, sul piano dei significati dell’opera, altri falò, che comportano per il protagonista la perdita delle illusioni e la decisione di abbandonare per sempre il paese d’origine.
Dai falò dell’infanzia si passerà ai falò della maturità, portatori di perdita e di distruzione, a ribadire una solitudine e un’estraneità ineliminabili.
Solo leggendo, si potrà individuare il valore di questo passaggio fondamentale e necessario.
Una vita del passato che, per una serie di ragioni, non coinciderà più con quella del presente.
Bellissimo libro! Grazie!
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Mi piace tutto quello che rappresenta Pavese come scrittore e poeta. Ho letto ” La luna e i falò ” che ero una ragazzina di appena 12 anni, l’ho riletto poi più in là e vi ho capito dei passaggi che da piccola non avevo capito… Praticamente ho letto tutti i libri di Pavese da piccola e lì ho riletti dopo anni.Pavese visse l’esilio nelle Langhe piemontesi con sofferenza e si nota quello strano bisogno di vita che gli mancava in tutti i suoi scritti di quel periodo.
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