Eccolo il benpensante, il conformista che legge il suo quotidiano reazionario! Si lecca l’indice e poi sfoglia il giornale del bar, anche se non è assolutamente igienico. E si infervora, si inalbera, si indigna, si sdegna per quei ragazzi che hanno imbrattato Palazzo Vecchio. “Che delinquenti! Ci vorrebbe il carcere per tutta la vita! Bisognerebbe gettare la chiave!”
È lui che dice quel che è giusto senza alcun dubbio, né incertezza, né titubanza. Così sentenzia, si guarda attorno, cerca consenso, sguardi di approvazione. Qualche suo amico ride e commenta e quindi rilancia. Ogni volta può nascere una discussione. Sono al bar e hanno la libertà di dire tutto quello che gli passa per la testa, incuranti di tutto. È una zona franca. Nel bar possono fare battute volgari a sfondo sessuale oppure omofobe. Poi si è tra persone perbene. Dieci minuti fa c’era un barbone seduto a pochi metri dal bar, ma il titolare gli ha offerto un cappuccino, a patto che si levasse di torno e non disturbasse più i clienti che entrano ed escono. Insomma un minimo di decoro! Ma ritorniamo all’imbrattamento di Palazzo Vecchio. Certamente hanno commesso un grave sbaglio. Certamente ci sono voluti 5000 litri d’acqua per ripulire tutto. Di sicuro hanno posto l’accento sulla causa ambientalista, ma è stato tutto controproducente, è stata una gravissima pubblicità negativa. Sono andati troppo oltre il consentito, oltre il buon senso, oltre la civiltà. Sono io il primo a pensarlo. Però vorrei che il benpensante si scandalizzasse e si arrabbiasse ogni giorno per tutti gli scempi e i disastri ecologici che avvengono nel mondo. Altrimenti finirà sempre per guardare il dito invece della luna! Io mi chiedo perché, in Italia almeno, finiscono per parlare d’ambiente e in malo modo solo dopo atti di ecoterrorismo? Eccolo di nuovo il benpensante. Si muove a suo agio, con leggerezza. Parla con tizio, caio e sempronio. Dice che Greta è una ragazzina disturbata, che non ha da insegnare niente a nessuno e poi già tanti ecologisti prima di lei avevano già detto quelle cose. Dice che quella ragazzina ha fatto la scoperta dell’acqua calda, ma che fa troppo casino e va fermata a ogni costo, anche usando la violenza, la criminalità organizzata, l’inganno. Dice che questi giovani fanno un casino memorabile solo per divertirsi e perché non hanno voglia di fare niente. Così facendo assolve tutta la sua generazione di boomer, che all’epoca non aveva coscienza ecologica alcuna e qualche colpa ce l’ha. Insomma qualsiasi escamotage è consentito per non fare parlare più Greta. Lo so bene cosa “pensa” il benpensante: in questo mondo non possiamo permetterci l’etica della responsabilità. Lui non lo dice espressamente, ma lo fa intendere. Ci penseranno i posteri! Il mondo è sempre andato avanti, sempre e comunque, nonostante tutto. Poi fa la battuta: è solo una Gretina! Mi chiedo da quale mondo arcaico e retrogrado, da quale cultura arretrata e paludosa venga fuori costui. E mi chiedo perché invece di chiedere l’ergastolo per le azioni degli anarco-ambientalisti (o così dice che siano quei giovani il benpensante) e di chiedere di fermare a ogni costo Greta non pensa a fermare i presidenti delle multinazionali che inquinano oltre il consentito, tutti quei governanti che non pongono fine all’inquinamento del pianeta? Perché non chiedere pene severe per chi comanda e non mette le basi per uno sviluppo sostenibile? Mi metto a riflettere. Finisco per pensare che se uno danneggia un’opera d’arte, l’umanità comunque sopravvive. Se si danneggia irreversibilmente la natura, allora l’umanità non sopravviverà. Mi dico che i danni degli ecoterroristi alla cultura sono infinitamente meno gravi rispetto al terricidio, all’Apocalissi a cui siamo prossimi. Finisco di consumare. Me ne vado dal locale. Saluto il barista. Il benpensante mi guarda incuriosito, forse con aria di sfida. Ma io vado verso l’uscita e non raccolgo il guanto della provocazione. È lui che comanda lì. È lui la maggioranza e io lo devo tenere presente.