
UN’ALBA
Com’è spoglia la luna, è quasi l’alba.
Si staccano i convogli, nella piazza
bruna di terra il verde dei giardini
trema d’autunno nei cancelli.
E’ l’ora fioca in cui s’incide al freddo
la tua città deserta, appena un trotto
remoto di cavallo, l’attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri
in un fruscìo di carta.
La tua stanza
leggera come il sonno sarà nuova
e in un prato di campagna al sole
roseo d’autunno s’aprirà.
La fredda
banchina dei mercati odora d’erba.
La porta verde della chiesa è il mare.
ALFONSO GATTO 1941
Questa lirica fa parte della raccolta ‘Poesie 1929-1941’. Sono 16 versi, con due scalini. Ho contato: 11 endecasillabi, 1 novenario, 2 settenari, 1 quinario, 1 ternario. Gatto descrive la sua città, Salerno, all’alba: la piazza, i treni alla stazione, il verde dei giardini, la città è deserta, nell’autunno freddo, l’attacchino, che incolla i manifesti, sposta la scala sui muri, la donna amata dorme tranquilla nella sua stanza, la banchina del mercato profuma di erba; il mare sembra la porta verde della chiesa.