Come pecore seguiamo i nostri pastori: bianchi neri o gialli o rossi, a seconda del tempo e dell’umore. Tra poco trasferiranno – quel poco che resta del nostro cervello – altrove. In teche di androidi.

Se pensiamo di pensare con la nostra testa e ci facciamo opinioni e giudizi sappiamo perfino essere taglienti e tranchant – come amo definirmi. Senza capire se abbiamo ben presente tutto il contesto, ogni lato del paesaggio, ogni orografia e ortografia del testo che correggiamo con la penna rosso blu.

Ci domina l’ambivalenza e siamo barchette di carta sollevate e inabissate dal caos. Ci fermiamo alla superficie senza cercare negli abissi la chiave. Il tesoro. Il risvolto. Il perché.

Siamo persi nel labirinto della ragione quando altrove sta il simbolo.

” Concetto = nell’unificare, nell’assumere, nel comprendere il concetto CUM-CAPIO rivela la sua funzione di controllo e di dominio della realtà che si offre ambivalente”.