Due date importanti a distanza di pochi giorni per il mondo dei lavoratori: il 28 aprile (Giornata mondiale della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro) e la Festa del Primo Maggio danno lo spunto a DemoS per una riflessione.

Partiamo dai numeri ufficiali sugli infortuni. In Piemonte sono già 6.608 gli infortuni denunciati in questi primi mesi del 2023 e di questi, sono già 13 quelli mortali. Un dato che supera già di gran lunga quello che era stato il dato, per lo stesso periodo (i mesi di gennaio e febbraio), del 2022 con 4 lavoratori deceduti sul posto di lavoro.

A livello nazionale, nel 2021, secondo l’ultima relazione annuale Inail, sono stati denunciati oltre 560.000 incidenti sul lavoro, di cui 1.361 mortali. Un numero impressionante, che ha proseguito a crescere anche nel 2022, con un aumento delle denunce di quasi il 30% rispetto all’anno precedente. I primi mesi del 2023 purtroppo non sono stati da meno: tra gennaio e febbraio di quest’anno sono stati denunciati oltre 86.000 infortuni, di cui 100 mortali.

“Come Democrazia Solidale – afferma la segretaria regionale Elena Apollonio –  guardiamo ai dati sul fenomeno infortunistico con crescente preoccupazione e per questo riteniamo, innanzitutto, che si debba tornare a parlare con serietà anche della tutela delle vittime e delle loro famiglie, che spesso sembra essere poco considerata. Dietro i freddi dati su infortuni e malattie professionali ci sono infatti le storie personali di donne e uomini che, in un giorno di lavoro come tanti, hanno visto la loro vita cambiare per sempre e alle quali dovrebbe essere garantita la migliore tutela sia dal punto di vista delle prestazioni economiche, che da quella delle prestazioni sanitarie, fino al reinserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”.

“Gli ultimi anni non sono stati affatto facili per le politiche pubbliche, ma invalidi del lavoro e le loro famiglie non possono attendere oltre, considerato che la gran parte della normativa che regola le prestazioni a cui hanno diritto è contenuta in un Testo Unico del 1965, ormai non più al passo con la società ed il mercato del lavoro di oggi”  puntualizza la segretaria alessandrina Paola Ferrari.

“Alla luce di questa situazione sarebbe auspicabile, investire sempre più massicciamente nella prevenzione. Sicuramente molto è stato fatto, ma i numeri parlano di un problema tutt’altro che risolto, che ha probabilmente radici troppo profonde nella nostra cultura per essere sconfitto solo a colpi di norme e regolamenti. Sullo sfondo, una costante mancanza di informazione e formazione, frutto di una visione puramente burocratica della sicurezza. L’attuale contesto lavorativo e la forte impennata di incidenti e morti sul lavoro, che hanno purtroppo coinvolto anche giovani studenti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, richiedono infatti un deciso intervento sul fronte della formazione e dell’informazione” concludono Apollonio Ferrari.

Pubblicato da Marco Conti

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