L’aquila

Il fiume va
Guardo più in là
Un’automobile corre
E lascia dietro sé
Del fumo grigio e me
E questo verde mondo
Indifferente perché
Da troppo tempo ormai
Apre le braccia a nessuno
Come me che ho bisogno
Di qualche cosa di più
Che non puoi darmi tuUn’auto che va
Basta già a farmi chiedere se io vivoMezz’ora fa
Mostravi a me
La tua bandiera d’amore
Che amore poi non è
E mi dicevi che
Che io dovrei cambiare
Per diventare come te
Che ami solo me
Ma come un’aquila può
Diventare aquilone
Che sia legata oppure no
Non sarà mai di cartone, no
Cosa son io non soMa un’auto che va
Basta già a farmi chiedere se io vivo
Basta già a farmi chiedere se io vivoIl fiume va, sa dove andare
Guardo più in là in cerca d’amore
Un’automobile corre, non ci son nuove terre
E lascia dietro sé
Del fumo grigio e me
E questo verde mondo nel quale mi confondo
Indifferente perché
Da troppo tempo, ormai
Apre le braccia a nessuno
Come me che ho bisogno
Di qualche cosa di più
Che non puoi darmi tuMa un’auto che va
Basta già a farmi chiedere se io vivo

La canzone “L’ aquila” fu inizialmente scritta da Battisti e Mogol per Bruno Lauzi che la pubblica nel 1971. L’anno successivo anche Battisti la interpreterà inserendola nell’album ” Il mio canto libero“. Il brano tratta vari temi. Quello principale è la libertà. Il protagonista si trova ad osservare la discrepanza tra la sua vita personale e il mondo. L’autore è attanagliato da una grande sofferenza perché non riesce a trovare il senso della vita. Rivolge il suo sguardo al mondo in cerca di una saliente risposta ma tutto ciò che ottiene è indifferenza. Il mondo continua imperterrito il suo percorso senza prestare attenzione alla sofferenza dell’autore. Un mondo freddo che non riesce a dargli il senso della vita, senso che non ottiene neppure dall’amore. Emblematici in tal senso sono i versi ” E questo verde mondo/indifferente perché/ da troppo tempo ormai /apre le braccia a nessuno/come me che ho bisogno/di qualche cosa di più/che non puoi darmi tu“.  Quel che più è chiaro  è che l’autore ha bisogno di respirare la libertà. Libertà che predomina persino sull’amore. Non è possibile modificare o plasmare una persona a nostro piacimento, se la si ama veramente la si lascia libera di essere quel che è. L’autore vuole essere libero da regole, obblighi e  impedimenti che gli impedirebbero di essere sé stesso. Il significato della canzone è racchiuso tutto nei versi ” Ma come un’aquila può/ diventare aquilone/ che sia legata oppure no/ non sarà mai di cartone“.

Biografia

Lucio Battisti nasce il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone, un piccolo paese in provincia di Rieti, da una famiglia piccolo borghese. Ancora bambino si trasferirà prima a Vasche di Castel Sant’Angelo e poi a Roma. Molto poco si sa dell’infanzia di Lucio. Dal carattere estremamente riservato, non lascerà molte interviste e tenderà sempre a proteggere la sua vita privata. Si sa che a Roma frequenta le scuole elementari e medie, conseguendo nel 1962 il diploma di perito industriale. Fin da piccolo non nasconde la sua passione per la musica e per la chitarra. Con gli anni della maturità per Lucio diventa sempre più chiaro quel che è il suo obiettivo: diventare un cantante.Nel 1965 arriva l’incontro che segnerà il suo destino, quello con il paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol. I due iniziano un sodalizio che durerà per ben 15 anni, grazie al quale regaleranno alla musica alcune delle canzoni più belle mai scritte. Pur facendo musica d’autore, in effetti, Lucio non è un cantautore ma più un musicista, o per meglio dire, un grande musicista. Prima di conoscere Mogol scrive alcuni testi, ma ben presto si accorge che le parole sono troppo deboli per sposarsi con la sua musica.  Nel 1968 arriva il successo grazie alla canzone “Balla Linda“, a cui seguiranno “Un’avventura” nel 1969, brano che presenterà a Sanremo, e la canzone che gli consentirà di ottenere il successo definitivo, ovvero “Acqua azzurra Acqua chiara” che porterà nell’estate seguente al Festival Bar. Gli anni più importanti della sua carriera musicale sono senza dubbio gli anni ’70 e ’80, anni in cui regalerà alla musica italiana dei brani immortali e ineguagliabili, quali “La canzone del sole“, “I giardini di marzo“, ” Anche per te“, ” E penso a te“, ” Il mio canto libero“. Veri e propri capolavori che finiscono sempre in testa alle classifiche. Artista musicalmente eclettico, spazia in tutti i generi musicali, dalla musica leggera al rock progressive, dalla canzone d’autore al rock psichedelico, dalla musica dance a quella elettronica. Dopo  la rottura con Mogol inizia una nuova collaborazione con il paroliere Pasquale Panella. La differenza tra i due periodi è lampante, ma il genio di Lucio resta invariato. I testi scritti da Panella sono di difficile interpretazione e anche la musica perde la sua vena pop. Gli album con Panella sono grandi capolavori che però possiamo definire di nicchia. Le parole, costruite su una sintassi a volte contorta, a limite del non sense,  non arrivano  a tutti. Nonostante ciò, gli album avranno delle buone vendite. Purtroppo nel 1998 per cause mai chiarite, Lucio Battisti, dopo aver trascorso diversi in giorni in terapia intensiva, muore a soli 55 anni. Una grande perdita per la musica. Qualcuno ha detto che con la morte di Lucio Battisti sia morta metà della musica italiana. Quel che è certo è che Lucio Battisti è stato uno dei più grandi musicisti e cantanti italiani e che, senza ombra di dubbio, la sua musica è destinata all’eternità.