
A quei tempi venivo accuratamente nascosta sotto falso nome.
Mi chiamavo Pablo, anche se ancora non potevo saperlo.
Ero bellissima.
Una magnifica sera mi regalò una vera parrucca, lunghi capelli castani con luminosi riflessi colore dell’oro; così, nella malaugurata evenienza tutto fosse poi stato scoperto, io avrei potuto giustificare il fatto confessando di essere una folle musa incantatrice “che non ce la fa davvero più a stare nella propria pelle”.
Ci capitava di ridere continuamente per simili idiozie.
Eravamo bravi a ironizzare su tutto; in realtà c’era poco da stare allegri; eravamo una coppia clandestina e quindi privi di libertà, e alcuni sanno bene quanto si aneli alla libertà specialmente in tali difficili frangenti, ma soprattutto se già allora fossimo venuti a conoscenza delle amare conseguenze del caso.
Quella sera era un inverno come tanti altri per tutti ma non per noi.
Per noi era un inverno davvero speciale, era il nostro inverno.
_continua_