
All’uscita dell’elegante negozio dove avevo provato l’acconciatura che più s’addiceva al mio giovane viso, lui mi abbracciava teneramente per strada cingendomi la vita, mi guardava negli occhi sorridendomi fino giù in fondo al cuore, proprio nel punto dov’è più buio e ci si smarrisce.
Fu così che io ritrovai me stessa ma persi la strada per tornare indietro.
Diventai sua complice.
Inutile dire che, e perché, inizialmente tentai di oppormi a gran fatica con tutte le forze necessarie.
Camminavamo ubriachi d’amore dentro un fluido magico sotto le vive luci di Natale della città.
I nostri spiccati sensi, tutti e cinque anzi sei o forse sette senza esagerare, ci stordivano lasciandoci nel beato stato di galleggiamento dove davvero e non a parole il mondo è più leggero.
“Un corpo che riceve una spinta verso l’alto…” Com’è quella legge fisica? “La forza che agisce sul corpo dal basso verso l’alto è diretta in verso opposto rispetto alla forza peso quindi riduce l’effetto di quest’ultima; come conseguenza di ciò, il peso di un corpo immerso nell’acqua, o in generale in un fluido, appare inferiore a quello dello stesso corpo nell’aria”.
Insomma, mancava la forza di gravità sotto i nostri piedi, nella nostra testa leggera non c’era spazio per i fatti gravi che sarebbero poi invece inevitabilmente accaduti.
_continua_