“Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.”

Walter Lazzarin, probabilmente ha fatto di questa frase tratta da “Lezioni americane” di Italo Calvino il suo punto di forza e il mantra da seguire nella sua vita, perché questo ragazzo laureato in filosofia e in economia aziendale con una grande passione per la scrittura, da alcuni anni sta vivendo un’esperienza a dir poco singolare. 

Armato di una macchina da scrivere Olivetti e alcune copie dei libri che ha scritto, sta attraversando l’Italia regalando a chi gli si avvicina dei Tautogrammi, ossia brevi racconti che hanno come caratteristica principale quella di avere tutte le parole che li compongo, che iniziano con la stessa lettera. Walter definisce i Tautogrammi una forma di arte e si definisce “scrittore per strada” perché  è sulla strada che cerca di diffondere la passione per la narrativa. Brillante, onesto e discreto, in questo suo viaggio, ogni giorno parla con chiunque gli si avvicini perché, dice: “ascolto, capisco, imparo”.

Questa sua originalità assoluta, questa profondità che mette in parole così semplici, mi ha colpito al punto di averlo contattato via mail per chiedergli se potevamo fare una specie di intervista. Walter ha accettato volentieri, quindi ve la propongo:

Ciao Walter!

·  Da dove nasce la tua passione per i tautogrammi? 

Da una tremenda botta in testa. Dopo essermi ripreso, ho cominciato a parlare usando solo parole che iniziano con la stessa lettera. Adesso, grazie a delle medicine, riesco con grande sforzo a parlare e scrivere come chiunque altro. 

·  Perché la scelta di una macchina da scrivere invece di carta e penna o meglio ancora di un portatile? 

La macchina da scrivere è simbolica, è identificativa per scrittori e giornalisti. Il Pc lo usano tutti, per mille tipi di lavoro. La macchina da scrivere è un strumento elegante, produce dei suoni, la penna no. La macchina da scrivere mi sembrava, e mi sembra, l’oggetto ideale per fare arte di strada con la scrittura. 

·  Come scegli le città in cui ti fermi? Dove stai andando? 

Il primo anno avevo un itinerario preciso: sono partito da Roma, perché è la capitale. Poi in inverno sono sceso in Sicilia e da lì piano piano sono risalito, per arrivare al nord in estate. Adesso vivo a Roma e mi sposto solo se mi arrivano degli inviti “ufficiali”. 

·  Cosa rappresenta per te la strada? 

La possibilità di conoscere un sacco di persone e far conoscere ciò che faccio senza che ci sia alcun intermediario tra autore e lettore. 

·  Hai fiducia nel futuro? 

Boh. Ho sempre più paura delle estati, ogni anno si fanno sempre più soffocanti. Ma, se la domanda era più personale, allora direi che cerco di non immaginare troppo cosa mi riserva il domani. Spero di insegnare storia e filosofia in un bel liceo e pubblicare libri che lascino qualcosa a chi li legge. 

·  Qual è il tuo sogno? 

Fare ogni giorno quello che voglio, fino alla fine dei miei giorni. 

·  Dici che ti piace ascoltare e parlare con la gente. Se potessi scegliere con chi vorresti avere una conversazione? 

Con Italo Calvino, anche risorto e con pochi lembi di pelle addosso. 

·  Possiamo definire ciò che fai quotidianamente una sorta di street-firmacopie? 

Assolutamente no. Chi si avvicina si ascolta un tautogramma, si gode un mini spettacolino. In un firmacopie l’autore non fa nulla di nulla, se non mettere una firma con una dedica preconfezionata. Si capisce che non amo i firmacopie? 

·  Qual è il tuo autore preferito? 

Italo Calvino, sempre lui. 

In bocca al lupo a questo scrittore, unico nel suo genere. Vi lascio il link del suo blog…andate a visitarlo:

http://scrittoreperstrada.blogspot.com/ 

Marco

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