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ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA, L’EMERGENZA È IL CAMBIAMENTO CLIMATICO. 21 fiumi esondati, 30 comuni, 13 mila sfollati mila sfollati e almeno nove morti. Il bilancio dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna ieri e oggi, con 300 millimetri di pioggia in 48 ore caduti nel Forlivese è ancora parziale. Si teme che il bilancio possa aumentare. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha paragonato la catastrofe a quella del terremoto del 2012. Le inondazioni hanno interessato anche grandi centri abitati: Cesena, dove ieri sera è tracimato il Savio, Forlì e soprattutto Faenza, già duramente colpita due settimane fa, dove alcune zone sono raggiungibili solo con la barca. In 48 comuni ci sono state frane, 250 secondo il monitoraggio regionale di cui la metà particolarmente importanti. Domani proseguirà l’allerta rossa su tutta la Romagna. Il Gran premio di Imola è stato annullato. Martedì si terrà un Consiglio dei ministri con l’emergenza. Nello Musumeci, ministro della Protezione Civile, ha promesso che entro un anno verrà varato un piano nazionale per affrontare piogge e lunghi periodi di siccità. Un anno sembra un tempo colossale, confrontato con l’urgenza delle catastrofi che si susseguono sempre più frequenti. Lo stesso Musumeci ha riconosciuto che ci avviciniamo a un “processo di tropicalizzazione che richiede un cambio di strategia”. I numeri certi sull’alluvione arriveranno tra qualche giorno, ma gli esperti hanno già rilevato che la piovosità non era stata così alta da decine di anni. L’Emilia Romagna inoltre è tra i territori con il consumo di suolo più alto d’Europa. Su FQ Extra seguiamo ogni martedì le ultime notizie e approfondimenti sulla crisi climatica con l’inserto Fatto For Future. E per chi avesse ancora dubbi sul legame con il cambiamento climatico, leggeremo domani l’ultima analisi dell’Organizzazione meteorologica mondiale, secondo cui i cinque anni tra il 2023 e il 2027 saranno i più caldi di sempre, e con grande probabilità le temperature globali saliranno di più di 1,5 gradi, limite fissato come linea rossa per cambiamenti irreversibili nel clima dall’Ipcc. Il motivo scientifico è l’effetto combinato del riscaldamento globale di origine umana e del Nino, il riscaldamento periodico del Pacifico tropicale centrale e orientale di origine naturale.