

UNA PROSPETTIVA PIU’ AMPIA PER IL NOSTRO PIANETA, di Gianluca Cadeddu
Non posso computare tutte le località del nostro pianeta che conto di visitare nei prossimi anni. Non so con cosa continuerò a condire i miei reportage di viaggio e le mie opere letterarie viandanti in futuro. Di sicuro non mi fermerò ad aspettare di compiangere un pianeta che stiamo seviziando e vilipendendo con comportamenti stupidi e irriguardosi. Però oggi vi voglio portare dove non vi ho mai portato con i miei racconti. Sbarcherete sui pianeti del nostro sistema solare, poi proseguirete fino ai margini dell’Universo conosciuto, passando per esopianeti, stelle appena nate, resti di supernova e superammassi di galassie.

Buona parte dell’umanità di autodistrugge con contese fra simili e congiure anti globo terracqueo. Potrei sembrare eccessivamente presuntuoso nel voler assumere il ruolo di puro consigliere universale ma lo faccio solo per far capire ai miei compagni di pianeta quanto il genere umano sia privilegiato e fortunato: esistiamo per pura coincidenza. Lo capiremo imparando a guardarci da prospettive inedite e a conoscere, con crescente sorpresa, la straordinaria sequenza di eventi cosmici che ci consente di vivere su questo pianeta. Le mie prossime frasi sono ricche di dati poco noti, spesso difficili da reperire, e hanno il pregio di mostrarci la Terra a confronto con gli altri corpi celesti del sistema solare e perfino con alcuni esopianeti.

Tutti i giorni ci contorciamo in corpulenti teorie per non abbandonare mai la corsa verso la conoscenza dell’Universo. Un po’ alla volta si fa strada l’idea sconcertante che voi ed io – così come tutto ciò che possiamo osservare intorno a noi – siamo fatti di polvere e gas soffiati nello spazio dall’esplosione di antichi soli. E da quella polvere di stelle e quelle nubi vaganti di gas deriva l’incredibile varietà di noi esseri viventi. Voi ed io siamo uno dei modi attraverso cui l’Universo conosce se stesso. Un’idea formidabile a cui penso con incessante stupore. Questo mio articolo ci aiuta a considerare ciò che accade sulla Terra in questo preciso istante, così come ogni nostra azione quotidiana, in una prospettiva più ampia.

Senza muoversi dalla superficie della Terra, i nostri antenati osservarono il nostro pianeta in relazione a se stessi, al cielo notturno e al Sole. Essi elaborarono riflessioni profonde, impararono dove vivere e come sopravvivere. Dalla gelida oscurità dello spazio, oggi le astronavi costruite dai nostri migliori scienziati e ingegneri continuano a fare osservazioni che ci confermano che la Terra non ha eguali nel sistema solare e rimane l’unico posto dove possiamo vivere e prosperare. Comprendere i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi millenni è essenziale per capire che, se vogliamo continuare a prosperare dobbiamo preservare il nostro ambiente. Altrimenti ci estingueremo come il 90% delle specie nate sulla Terra già prima della nostra comparsa. Una simile prospettiva cosmica ci induce a confrontare la Terra con i mondi che ci sono vicini.

Un conto è considerare la Terra come un grande pianeta, che appare immenso quando lo misuriamo con i nostri passi, un altro è pensare che una sfera delle dimensioni di Giove potrebbe contenere la terra 1300 volte, o che il volume del sole supera di 1 milione quello terrestre. Riconoscere le differenze visibili o, in altri termini, qualitative, dei pianeti tradizionali acquista un altro valore quando, grazie alle cifre che posso fornirvi dopo tanti anni di studi, scopriamo anche le differenze quantitative tra i pianeti (e gli esopianeti), nonché le differenze tra il nostro Sole e il numero incalcolabile di stelle, visibili e invisibili, che esistono lassù.

Marte, Venere e Mercurio hanno una composizione di rocce e metalli molto simile a quella della Terra, ma i loro ambienti sono completamente diversi. La composizione chimica unica delle rocce, dei crateri e delle sabbie degli altri pianeti del sistema solare ha generato ambienti dalla chimica letteralmente dell’altro mondo. Ne è nato un insieme di processi che hanno prodotto su Marte e su Venere temperature di superficie radicalmente differenti. Le scoperte effettuate nell’ambito della geologia planetaria ci offrono una lezione in scala planetaria sull’importanza dell’effetto serra e sul modo in cui il nostro pianeta è diventato abitabile e la biochimica della vita ha modificato la chimica dell’atmosfera e del mare.
Allontanandoci dal Sole troviamo i cosiddetti giganti gassosi, Giove e Saturno, che ha rigore non presentano una superficie ben definita. Non hanno un suolo calpestabile, ma la loro massa è tale che, a una distanza ravvicinata, si finirebbe schiacciati dalla loro forza di gravità. Urano e Nettuno, più distanti dal Sole, sono pianeti molto grandi e molto freddi, caratterizzati da sistemi di tempeste e venti che soffiano ad altissime velocità. Sono tutti mondi che appartengono al nostro sistema solare, tutti molto diversi, molto interessanti e terribilmente ostili.

Imparando a conoscere il nostro sistema solare e le zone più lontane dello spazio intergalattico, scopriamo che nessun luogo a noi noto ospita un altro pianeta dove potremmo respirare o bere un sorso d’acqua – senza pensare alle altre condizioni necessarie per poterci vivere e prosperare. La casa in cui abitiamo, la Terra, è unica e stupefacente. In una prospettiva cosmologica, l’abbiamo combinata grossa. Siamo riusciti a cambiare il clima dell’intero pianeta. I numeri parlano chiaro: il cambiamento climatico è opera nostra. Se vogliamo avere un futuro su questa Terra, dobbiamo fare qualche passo indietro. Adesso ci è data la possibilità di cambiare le cose. Non siamo che un granello nel sistema cosmico. Ma è il nostro granello: più lo conosciamo e lo apprezziamo, maggiori saranno le possibilità di mantenerlo un luogo ospitale per la nostra specie.
Il nostro sole è soltanto una delle innumerevoli stelle dell’Universo. Non è speciale di per sé, ma lo è per noi, poiché rende possibile la vita sulla Terra. Sto scoprendo come è fatto, che cosa accade all’interno dell’incandescente corona solare e quali sono le ricerche attualmente in corso per comprendere meglio la stella a noi più vicina.
Sto imparando a conoscere Marte; il pianeta a noi più vicino, che continua a sedurci con il sogno di potervi fondare una colonia extraterrestre. Scopro perché Marte è una destinazione così accattivante per la razza umana e che cosa può averlo trasformato da un luogo simile alla Terra a quello che è oggi.
Approfondisco la conoscenza di Plutone e di altri pianeti nani meno noti, degli asteroidi e delle comete che costellano il sistema solare,. Scopro che ne fanno parte, oltre al Sole, otto pianeti, 193 lune sconosciute e un varietà di altri oggetti celesti.
Scruto l’interno di altri sistemi stellari come TRA PPIST e Keppler-22, dove ci sono pianeti situati nella zona ‘abitabile’. Gli scienziati ritengono che alcuni di questi esopianeti possano presentare condizioni simili a quelle della Terra – comprese quelle che hanno portato la vita sul nostro pianeta.
Visito Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro Sole, a soli 4,244 anni luce di distanza. Insieme alle vicine Alpha Centauri e Beta Centauri, e con un pianeta potenzialmente simile alla Terra, Proxima Centauri è un buon esempio della varietà dei sistemi solari nella nostra galassia.
Non sapevo che esistono tanti tipi di stelle e che ogni stella attraversa diverse fasi evolutive. Ora lo so. Non tutte sono nane gialle come il nostro Sole. Esplosioni come quella della Supernova di Keplero lasciano come residuo stupende nebulose. ULAS J1120+0641 è un lontano quasar alimentato da un buco nero supermassiccio, che emette getti di intense radiazioni.
Scopro i bracci di spirale della nostra galassia e sapendo che ci troviamo nel Braccio di Orione, comprendo quali parti della Via Lattea posso vedere e quali sono i misteri non ancora risolti dai ricercatori.
Allargo lo sguardo e imparo a distinguere la varietà delle formazioni galattiche dell’Universo e a capire come, su scala più ampia, vasti ammassi che raccolgono migliaia di galassie sono tenuti insieme dalla forza di gravità.