Ora lui è lontano, probabilmente su un’isola sperduta in attesa di precise istruzioni per proseguire, anche se io preferisco immaginarlo mentre cammina tra la folla fitta di persone che vivono vite frenetiche in una caotica grande città, con quel suo passo sicuro e la faccia accigliata, in procinto di organizzare al meglio una nuova missione segreta.

Per quanto riguarda me, ho lasciato la città dopo pochi giorni dalla sua imprevista partenza -chiamarla scomparsa mi fa sentire tutto il peso della vita che passa-, giusto il breve attimo di cedere ad altri il posto di lavoro che occupavo instancabile da un tempo per me divenuto davvero troppo e insopportabile, fare i dovuti passaggi di proprietà, salutare i miei adorati cari -mi ci volle davvero una forza indicibile per rassicurarli che là, nel magico luogo che avevo trovato, ci sarebbe stato un aeroporto di facile accesso- e i pochi amati amici che sapevo vicini.

___continua___

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