A Maggio, Giugno e anche a Luglio possiamo osservare i campi puntellati di fiori rossi… i Papaveri… un fiore semplice e delicato che fa bella mostra in ogni angolo di verde tanto da essere soprannominato la rosa dei campi.
Il Papavero rosso è un fiore dai mille segreti.
Prima di tutto è il simbolo della Memoria… il simbolo per ricordare i soldati morti nel corso dei due conflitti mondiali.
Ma perché proprio il Papavero?
Perché durante la guerra del 1915/1918 molti campi di battaglia erano letteralmente ricoperti dai papaveri, più del normale e questo perché i nitrati presenti nelle polveri delle bombe esplose fungeva da fertilizzante.
Poi anche per un’altra caratteristica, il colore dei petali rosso come il sangue delle tante vite spezzate di giovani soldati in battaglia.
Infatti nei paesi del Commonwealth britannico il Giorno della Memoria che cade l’11 novembre viene anche chiamato Poppy Day – Giorno dei Papaveri – per ricordare tutti i soldati caduti sui campi di battaglia.
I Papaveri indicano anche il Potere. Infatti “Alti papaveri” è un modo di dire per indicare chi occupa posti di potere in tutti i campi.
Questo modo di dire ha origini molto antiche e risale ai tempi dell’antica Roma e precisamente a Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo re di Roma e a suo figlio Sesto Tarquinio.
Si narra che Tarquinio non riuscendo a impadronirsi della città di Gabi, con uno stratagemma mandò il più giovane dei figli Sesto Tarquinio nella città dopo averlo maltrattato con percosse.
Sesto per farsi credere critico’ il padre a tal punto da essere accettato e creduto.
Un giorno Sesto inviò un messaggero in segreto dal padre per sapere cosa dovesse fare. Tarquinio il Superbo diffidente per natura condusse il messaggero in giardino e mentre questi gli esponeva i fatti egli cominciò a tagliare i papaveri più alti con la punta di un bastone, senza dire nemmeno una parola.
Il messaggero tornò a Gabi piuttosto seccato a causa dell’atteggiamento del Re.
Sesto però aveva capito perfettamente l’ordine contenuto in quel silenzioso messaggio: liberarsi dei capi uccidendoli.
Così facendo Sesto si impossesso’ definitivamente della città di Gabi.
I papaveri sono protagonisti anche nel campo della musica.
Al Festival di Sanremo del 1952 la cantante Nilla Pizzi si aggiudicò il secondo posto con la canzone Papaveri e papere.
Ritornello molto orecchiabile:

Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
sei nata paperina, che cosa ci vuoi far……….

Ma non facciamoci ingannare dalle semplici parole… dalla canzonetta orecchiabile che sembra quasi una filastrocca per bambini… Papaveri e Papere era invece una canzone carica di satira politica contro i potenti indicati come i ‘papaveri alti, alti” e “le papere” a indicare chi subisce il potere.
Anche nel campo della pittura sono tanti gli artisti che hanno subito il fascino dei Papaveri e tra loro c’è anche il mio pittore preferito Claude Monet, pittore francese considerato uno dei padri dell’Impressionismo, che al rosso fiore ha dedicato il quadro Le Coquelicots – I papaveri – realizzato nel 1873 e conservato al Musée d’Orsay di Parigi e considerato uno dei dipinti di paesaggi più famosi al mondo.
Il quadro è uno dei miei preferiti… realizzato dall’artista all’aperto e concentrando tutta la sua attenzione sugli effetti della luce e del colore.
La luce infatti filtra tra gli alberi e illumina i papaveri.
Nel dipinto viene rappresentata la moglie Camille e il figlio Jean mentre passeggiano in un campo di papaveri. La donna e il bambino sono raffigurati due volte nel quadro: in primo piano e sullo sfondo. Questo porta il nostro occhio a ripercorrere interamente il campo di papaveri.
Nel quadro i lineamenti delle due figure non sono definiti, perché per Monet la presenza umana nel quadro non è importante, è solo un accessorio, la vera protagonista e la Natura fiorita in una giornata d’estate e il cielo azzurro con le nubi bianche…stupendo quadro!!
Anche nella cucina troviamo il Papavero.
Un piatto tipico della cucina friulana sono i confenòs, un cespo di foglie che cresce intorno alla radice del Papavero e viene cucinato lesso o saltato in padella. In Veneto questo piatto è chiamato rosoina, mentre in Romagna le foglie ricavate dalla pianta prendono il nome di rosole e si utilizzano come ripieno del famoso crescione.
I petali dei papaveri, invece, sono utilizzati per produrre ottimi sciroppi, ideali anche per la preparazione di dolci o infusi rilassanti che contrastano ansia e insonnia.
Tutti i fiori sono uno dei miracoli più belli e più preziosi della Natura… e come ha scritto Gerard De Nerval “Ogni fiore è un’anima che sboccia in natura.”