Accade che accada. Tutto, nella vita. Accade che ci si senta liberi di tornare ad amare. Accade che l’Amore ci scelga e ci faccia suoi. Accade che si rimettano in discussione tutte le nostre vite, per i più svariati motivi. Accade che Dio ti parli e che tu sia pronto ad ascoltarlo. Accade che la Natura ti si palesi nelle sue molteplici forme di grazia e bellezza e tu sia aperto in te stesso per accogliere ogni sua forma di messaggio. Accade che l’anima abbia il privilegio di sentirsi amata, e si apra tutto un mondo di meraviglia e di luce intorno e dentro di te. Questo libro parla quasi interamente d’Amore. Accade che un giorno sia stato scelto anch’io dall’Amore e che mi sia inginocchiato ai piedi del sentimento più puro e completo che esista e che accomuna popoli interi di tutte le epoche. Accade di sentirsi felici e di volerlo comunicare al mondo intero. In queste pagine vi è un piccolo accenno di tutto ciò. Chi è pronto ad ascoltarlo si metta pure a leggere questi versi con comodità e apertura dell’anima (Carlo Molinari).

Prefazione

Accadde, ieri, poco più di un anno fa, che m’imbattei in Carlo Molinari, casualmente – ma forse non fu solo un caso -, sfogliando il settimanale diocesano L’Azione dove lessi il componimento Voglia di tornare, un testo dedicato dal poeta a Conegliano, la sua città. L’amore che trasuda da quei versi mi emozionò a tal punto da sentire pure io – che avevo scritto “poesie” solo in età adolescenziale – il bisogno di ricominciare, proprio cantando il mio paese d’origine. Incuriosita, cercai notizie sull’autore e fu così che mi iscrissi prima alla pagina Facebook di Rinascimento Poetico, di cui Molinari era allora referente per il Veneto, e poi a quella di Poeti2000 – Poetry in the World, il nuovo movimento poetico fondato da lui stesso. Iniziai a leggere le sue opere e ne rimasi affascinata. A farci conoscere, dunque, la comune passione per la poesia: compagna di vita per lui, amica ritrovata per me.

“Accade”è, oggi, la sua ultima raccolta in versi che sono onorata di aver letto in anteprima e felice di presentare. È una silloge composta da quasi centocinquanta componimenti di varia lunghezza, poesie d’un tempo fugace, la sintesi di un’intera avventura esistenziale, come anticipa già il titolo. Il filo rosso che si dipana attraverso i versi è l’Amore, dipinto nelle sue varie espressioni, a volte a tinte forti e grumose, altre appena delineato da colori pastello, altre ancora inciso sul foglio come in una lastra pietrificata. Il canto dell’autore, che si erge a “cavaliere dell’amore”, sorge impetuoso dall’intimo e si fa via via espressione della totalità dell’essere carnale e spirituale, coinvolgendo tutti i sensi e toccando anche tematiche sociali ed esistenziali quali il rapporto con la Natura e con Dio, con parole che rivelano una vita ancora e sempre possibile.

Possiamo, così, leggere versi di denuncia del sistema attuale, appiattito sulle apparenze, come in Andamento lento, o essere coinvolti in un abbraccio panico con la natura che sembra partecipare all’amplesso umano neL’innocenza del silenzio dove, peraltro, emergono chiari i riferimenti a Leopardi e alla poetica della rimembranza. In ogni caso la salvezza, invocata, giungerà sempre nel “sorriso di Dio” perché quando “il pianto nelle vene” si fa più tagliente, allora sale accorata la preghiera “e s’apre il Canto Altissimo, per l’uomo sofferto e amato”.

Scrive di getto Carlo Molinari, come un fiume in piena perché la poesia per lui è prima di tutto una liberazione, un mettersi a nudo per poi accogliere l’altro, il lettore, e coinvolgerlo con parole che emergono con forza dal foglio bianco a provocareemozioni e a offrire molteplici spunti di riflessione. Sono versi, questi, che di certo non assopiscono, ma scuotono le coscienze e possono addirittura inquietare perché sono il frutto di uno scandagliare le più profonde caverne dell’animo umano per descriverne fragilità e limiti, fobie e tensioni affettive e identitarie, portarne alla luce anche i lati più oscuri, senza ipocrisia.

Il poeta – l’io lirico – si mette a nudo perché sa che solo così può esorcizzare le sue paure e trasformare le sconfitte in opportunità, per riprendere il cammino ed orientarsi sempre di più verso quel progetto di eternità di cui si percepisce essere parte.

Egli ama il verso libero e sciolto – raramente scarno – più consono alla sua indole, al suo bisogno di esplorare per comprendere, soffermarsi per prolungare l’esperienza accaduta. A volte il linguaggio indugia in un dettaglio quasi a interloquire coi fantasmi della sfera onirica e il testo si svela come un quadro surrealista di Dalì; altre esplode musicalmente in un susseguirsi di figure retoriche, creando particolari effetti fonosimbolici tanto cari ai decadenti. Il poeta diviene allora quel “bateau ivre” che naviga fragile come una farfalla attraverso il vasto mare dell’umanità, sbattuto dalle onde verso l’ignoto, e nel viaggio si fa veggente.

In queste pagine fluiscono così, per contrasto o analogia, presenze ed assenze; affiorano memorie vitali trascorse e mutate; rinvigoriscono, nell’impeto di certi versi, lontane ed arcane esistenze a testimoniare un’urgenza creativa forte ed efficace.

Quella di Carlo Molinari è una poesia che indaga su ciò che non si vede con gli occhi ma con la mente e il cuore; una poesia che ci conduce ad un altrove in cui possiamo ritrovarci, interrogarci sul senso dell’esistenza perché“Accade”è il racconto autentico, in presa diretta, di una vita fatta di momenti gioiosi ma anche di profonde sofferenze, di successi e di cadute, di estasi e di solitudini, ma sempre nella convinzione che essa sia possibile solo nell’amore.

E amare diviene,dunque, l’unica scelta possibile, in un mondo sempre più martoriato, l’unica chiave d’accesso alla Bellezza, quella che ognuno racchiude in sé come “figlio prediletto” di Dio e quella del Creato in cui siamo immersi. In questo sta il respiro universale della poesia di Carlo Molinari, il suo potere salvifico, l’antidoto al male di vivere.

Annamaria Gazzarin

Breve nota biografica

Annamaria Gazzarin, laureata in Materie Letterarie all’Università degli Studi di Padova e già docente al Liceo Artistico “Bruno Munari” di Vittorio Veneto, si occupa di poesia e di critica letteraria. Vive a Follina (TV).

“Accade”, self publishing, 2022, 320 pp. lo trovi qui: