
(Bologna, 12 agosto 1947) foto Wikipedia
ALLE PENSIONI RIMINESI
Evviva le pensioni
umili baluardi
diga di miliardi
contro le recessioni
evviva le pensioni
che tedeschi a milioni
fan dormire contenti
salvando la bilancia
dei pagamenti.
Dalla finestra c’è il panorama
di due tedeschi in pigiama
a mezzogiorno cozzano le forchette
contro il granito delle cotolette
a sera, si cammina inquadrati
per conquistare due coni gelati
a notte, si senton sibilare
come aerei in picchiata le zanzare
dalla finestra viene un odore sensuale
di fritto misto e fogna di canale
e nella notte adriatica e stellata
dice l’amato all’amata ustionata
“sei mia? sei come la Romagna
della nota canzone?”
e frenando la passione
la bacia con cautela
se no si spela.
STEFANO BENNI
Questa poesia è tratta da “Prima o poi arriva l’amore” edito da Feltrinelli nel febbraio 1981, 34esima edizione febbraio 2021. 26 versi; ho contato: 8 settenari, 2 senari, 2 quinari, 7 endecasillabi, 2 novenari, 2 doppi senari, 1 decasillabo, 1 doppio settenario, 1 ottonario.
Notevoli le rime: pensioni/recessioni/pensioni/milioni, baluardi/miliardi, contenti/pagamenti, panorama/pigiama, forchette/cotolette, inquadrati/gelati, sibilare/zanzare, sensuale/canale, stellata/ustionata, canzone/passione, cautela/spela. Benni scrive il ritratto dei turisti in Romagna: tedeschi, nella pensione economica, che mangiano carne dura come il granito, dormono nella camera infestata dalle zanzare, mentre dalla finestra arriva l’odore nauseabondo di fritto misto e di fogna.
Il marito chiede alla moglie “sei mia?”, ricordando la canzone ‘Romagna mia’ dell’orchestra Casadei, baciandola con cautela ‘se no si spela’. Benni ha scritto uno sberleffo, apparentemente sconclusionato e assurdo, scherzoso, divertente e realista.