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BABILONIA RIFLESSA (Ispirata alla complessità e frammentazione del dipinto Babilonia)

Che tumulto di colori,
che esplosione di anime infrante
si sciolgono i corpi, si torcono gli sguardi,
eppure Marika, che prodigio!
Tutto trova il suo respiro.
Ogni linea, ogni taglio,
non è errore ma urlo,
non è caso ma destino.
Pare che Babilonia sia caduta ancora,
non tra le sabbie antiche,
ma tra i tuoi pennelli,
in una vertigine moderna.

Quelle mani sospese nel vuoto,
quegli occhi spalancati nel buio,
non sono forse le stesse di allora,
quando le lingue si spezzarono,
quando il cielo punì l’orgoglio umano?

Eppure,
la tua Babilonia non è rovina,
è rinascita nella confusione,
è un’arte che scava, che spacca,
che non teme di gridare la verità.

LACRIME D’ACRILICO (Ispirata alla materialità dell’acrilico e al processo artistico di Marika Grassano)

Marika,
sei forse tu l’alchimista di questo secolo?
Le tue mani impastano il colore,
lo plasmano, lo sfidano,
e l’acrilico si arrende.

Si comprende facilmente che
nelle tue tele il tempo evapora,
perché l’acrilico asciuga in un battito,
insegue il pensiero,
non attende il dubbio.

Poco importa se olio e tempera
hanno storie più antiche,
tu dipingi con il presente,
e il presente è acrilico puro,
è gesto rapido, è vibrazione.

Nelle tue pennellate
c’è il respiro di un’onda,
una materia viva che cresce,
che prende spazio,
che si insinua
come la voce di un canto.

Nessun altro mezzo avrebbe potuto
sostenere la tua tempesta.

LA PORTA DI DIO (Ispirata alla storia della città e al suo legame con l’arte di Marika Grassano)

Marika!
Se tu fossi nata tra i giardini pensili,
se tu avessi camminato sulle mura di Nabucodonosor,
saresti stata la pittrice della gloria e della caduta.

Le tue tele raccontano il destino di Babilonia:
splendore e disgregazione,
lingue che si intrecciano,
volti che si sdoppiano e si specchiano.

Sono passati millenni
eppure, Marika,
hai catturato lo stesso caos,
lo hai distillato nei tuoi colori,
lo hai reso eterno.

Bābilim,
la Porta di Dio,
non è forse la tua tela?

Nelle tue pennellate abita ancora
la voce delle civiltà perdute,
il tuo pennello è un oracolo,
il tuo quadro è profezia.

Mauro Montacchiesi, poeta, scrittore, saggista, critico d’arte e letteratura

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