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Silvio Olivero, con Vieni che ne vedrai delle belle. Cefalonia 8 settembre 1943 (Tra le righe libri, 2021), affronta uno degli episodi più drammatici e controversi della Seconda guerra mondiale: la strage della Divisione Acqui. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, oltre 12.000 militari italiani dislocati sull’isola greca di Cefalonia si trovarono di fronte a un bivio: arrendersi ai tedeschi o resistere. La scelta di opporsi portò a una rappresaglia feroce. Tra il 21 e il 24 settembre, circa 9.000 soldati italiani furono uccisi, molti fucilati sommariamente, altri annegati durante i trasferimenti forzati.

Il romanzo di Olivero non si limita a riportare i dati storici, ma li intreccia con la dimensione narrativa. Attraverso personaggi costruiti sulla base di testimonianze e documenti, il lettore segue la quotidianità dei soldati della Divisione Acqui: la confusione dopo l’armistizio, le discussioni tra ufficiali, la paura crescente e infine la violenza della repressione. La scrittura è scorrevole e diretta, pensata per rendere comprensibile a un pubblico ampio una vicenda che spesso rimane confinata nei saggi specialistici.

Dal punto di vista storico, il libro si colloca in un filone di memoria che ha visto negli ultimi decenni una crescente attenzione alla tragedia di Cefalonia. Olivero ricorda come la strage sia stata a lungo rimossa dalla narrazione ufficiale, e solo dagli anni ’90 sia entrata con forza nel dibattito pubblico e nella storiografia. La vicenda della Divisione Acqui è oggi considerata una delle prime forme di resistenza militare italiana contro il nazismo, anche se priva di riconoscimenti immediati e segnata da un oblio durato decenni.

Il titolo stesso, Vieni che ne vedrai delle belle, richiama l’ironia amara di chi si trova catapultato in una situazione tragica, quasi a sottolineare il contrasto tra la leggerezza delle parole e la durezza degli eventi. È un romanzo che si legge come un reportage narrativo: non rinuncia alla precisione storica, ma cerca di coinvolgere il lettore attraverso la forza delle storie individuali.

In definitiva, Olivero consegna un’opera che unisce divulgazione e memoria, capace di rendere accessibile un capitolo fondamentale della storia italiana. Vieni che ne vedrai delle belle è un libro che non solo racconta una tragedia, ma invita a riflettere sul significato della scelta, della responsabilità e della resistenza in un momento in cui la storia sembrava non lasciare scampo.

Cover of the book 'Vieni che ne vedrai delle belle' by Silvio Olivero, featuring a soldier and a girl standing in front of a historical building.

Francesco Bianchi

La tragedia di Cefalonia rivive nel romanzo storico Cefalonia. L’ultima speranza, dove il presente si intreccia con le lettere di un giovane soldato disperso sull’isola. A custodirne la memoria è la sorella, che non si è mai arresa alla sua perdita, trasformando il dolore in un filo tenace di speranza e amore che attraversa il tempo.

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