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Non  so  se  ci  abbiate fatto  caso,  ma  quest’anno  sono  usciti  molti  film  che  non  si  possono  classificare  come  rientranti  in  una  precisa  categoria.  Dramma,  commedia,  giallo,  horror,  i  vari  generi  si  fondono per  offrire  al  pubblico  una  varietà  di  emozioni  ma  talvolta  ci  lasciano  spiazzati.

E’  il  caso  anche  di  PRESENCE  di  Steven  Soderberg:  nel  vedere  la  locandina  mi  ero  meravigliata  che  un  regista  molto  noto  per  i  film  d’azione  (  La  truffa  di  Logan,  Erin  Brokovich,  la  serie  Ocean  Eleven  ecc)  avesse  realizzato  un’opera  sul  tema  abusato  della  casa  infestata.  Ma  guardando  la  pellicola    ho  scoperto  che  si  tratta  di  un  dramma  familiare  con  la collaborazione  di  un  fantasma.

La  famiglia  che  si  trasferisce  in  una  nuova  casa  è  dominata da  una  donna  manager,  della  quale  il  marito  è  completamente  succube  ( una  situazione  che  sta  prendendo  piede  in    molti  film  moderni);  lei  non  nasconde  la  predilezione  per  il  brillante  figlio  Tyler  e  ne  incoraggia  le  prestazioni  sportive,  mentre  trascura la  fragile  figlia  Cloe  che,  dopo  aver  visto  morire  di  overdose  la  sua  migliore  amica,  è  finita  in  analisi. “Si  riprenderà”  è  l’immancabile  commento della  madre  ad  ogni  problema  di  Cloe,  la  quale  a  un  certo  punto sostiene  di  sentire  la  presenza  della  sua  amica  defunta,  Nadia. “E’  qui,  sposta  gli  oggetti,  ma  non  vuole  farci  del  male.”  Intanto  in  famiglia  si  presenta  sempre  più  spesso  un  amico  di  Tyler,  che  nasconde  sotto  la  maschera  di  gentilezza  una  buona  dose  di  malignità e  si  vanta  degli  scherzi  fatti  ai compagni.  Alla  madre  di  Tyler  sfugge  il  cattivo influsso  che  questo  ragazzo  ha  sui  suoi  figli:  lei  parte  per  lavoro,  conduce  il  marito con  sé,  i  giovani  restano  soli.

Di  Cloe  sappiamo  poco:  forse  si  drogava  anche  lei  prima  che  l’amica  morisse?  Studia  o  non  studia? L’unica  cosa  evidente  è  il  legame  col  padre,  che  la  ama  profondamente  per  compensare  l’indifferenza  che  entrambi  subiscono  dalla    dispotica  mamma. Il  fantasma  c’è  ma  non  lo  vediamo , attendiamo la  sua  comparsa  mentre  il  dramma    punta  tutto  sui problemi  dei  giovani –  droga, carenze  affettive,  bullismo-  senza  però  approfondirli,  poiché  non  mostra  nulla  di  quel  che succede  fuori  dalla  casa.  Non  c’è  nemmeno  un  flashback  sull’amicizia  di  Cloe  e  Nadia,  infatti  il  film  ha  una  impostazione  teatrale,  sottolineata  dal montaggio  lento,    con   parecchi  secondi  di  buio  negli  intervalli  fra  una  scena  e  l’altra. Non  fa  paura,  semmai  fa  riflettere  sulle famiglie  moderne  che vanno  alla  deriva  se  i  genitori  pensano  più  al  proprio  lavoro  che  ai  figli.  Ma  quando  crederete  di  aver  capito  tutto,  arriverà  il colpo  di  scena  finale  e  saprete  perché  la  “presenza” aveva  scelto quella  casa.

Opera  insolita  reperibile  su  Amazon  Prime. Voto  6/10

Daniela  Di  Benedetto

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