0 5 minuti 10 minuti

Ci sono libri che arrivano tra le mani al momento giusto, come se scegliessero il periodo dell’anno in cui farsi scoprire. “La caduta di Niham: I guardiani della Lacrima” appartiene esattamente a questa categoria: un’opera che non si limita a intrattenere, ma che invita chi legge a fermarsi un istante, respirare più a fondo, ascoltare ciò che ha intorno. Ed è proprio questo che lo rende un regalo natalizio prezioso: offre un viaggio, non solo una storia.

In un periodo come il Natale, quando cerchiamo qualcosa che faccia sentire visti, capiti, confortati, un high e distopic fantasy come quello di Andrea Bonfanti diventa un ponte tra il mondo reale e quello possibile, tra ciò che temiamo e ciò che desideriamo, tra la fragilità umana e la capacità di resistere. Non serve aver letto centinaia di romanzi del genere per coglierne la forza: è un libro che parla a chi cerca profondità, a chi vuole un fantasy capace di porre domande, non solo di mostrare magie scintillanti.

È un dono perfetto per le feste perché possiede quella qualità rara che rende i romanzi memorabili: non si limita a intrattenere, ma costruisce un’esperienza emotiva. Quando lo si regala, si offre non solo una storia, ma un viaggio carico di simboli, dove la propaganda, la ricerca del proprio posto nel mondo, il peso delle scelte e la responsabilità personale diventano riflessi in cui è impossibile non riconoscersi. Il Natale, con la sua luce e la sua voglia di verità, accoglie senza sforzo una narrazione che accompagna senza moralizzare, che interroga senza giudicare. È un romanzo che sembra scritto per chi, in questo periodo, sente il bisogno di una scintilla interiore.

È un regalo ideale per chi ama le storie che smuovono qualcosa dentro, perché celebra un tema universale: crescere significa scegliere. E il Natale è spesso il momento in cui queste scelte diventano più chiare. Si riscopre cosa conta davvero, si capisce cosa proteggere e cosa lasciare indietro, si percepisce quel desiderio di rinnovamento che segna ogni fine anno. “La caduta di Niham” si inserisce in questo sentimento con delicatezza naturale: parla di legami che salvano più di qualsiasi magia, parla di resistenza morale in un mondo che tenta di piegare ogni certezza, parla di identità che si formano attraverso il dubbio, lo scontro, la responsabilità, la ricerca sincera di ciò che si è.

Il mondo narrativo immaginato da Bonfanti rende il regalo unico. Non offre un’evasione superficiale, ma una lente d’ingrandimento. È un fantasy che porta con sé la potenza dell’allegoria: non serve spiegare, basta immergersi e lasciarsi attraversare. Il suo stile, visivo e sensoriale, accompagna il lettore dentro una dimensione in cui la magia non è ornamento, ma conseguenza naturale delle scelte, delle verità taciute, dei conflitti interiori. Non ci si sente mai spettatori distanti: ogni tensione, ogni sussurro, ogni crepa nel sistema narrativo viene percepita in prima persona, come se la carta vibrasse di una vita propria. Ed è proprio questa immersione a rendere il romanzo un dono autentico.

Regalarlo significa dare un’esperienza, non un semplice oggetto. È un libro che porta introspezione, meraviglia, senso di appartenenza, domande che restano in silenzio anche quando la lettura si interrompe. È perfetto per chi ama mondi nuovi, per chi cerca profondità, per chi apprezza storie che non semplificano la realtà ma la illuminano da una direzione diversa. È un romanzo che non offre scorciatoie narrative, che non addolcisce, che non cerca compiacimento. Accompagna, sfida, accarezza. E chi lo riceverà come regalo lo percepirà immediatamente.

Quest’anno, forse più di altri, un dono così ha un significato speciale. Le feste servono a ritrovare fiato, a ricucire ciò che la vita quotidiana ha logorato, a guardare avanti con un briciolo di speranza in più. Il romanzo di Bonfanti racconta un mondo ferito ma non rassegnato, una magia che non è privilegio ma peso da sostenere, persone che scoprono la propria forza nei momenti più scomodi. È un libro che parla di cadute e rinascite, di crinali sottili tra verità e menzogna, di un respiro che salva quando tutto sembra crollare. Metterlo sotto l’albero significa offrire una promessa: ricordare a chi lo riceve che, anche quando il mondo sembra farsi ostile, esistono ancora spiragli di luce. E non c’è periodo migliore del Natale per far arrivare questo messaggio tra le mani giuste.

Link Shop

Le tue riflessioni arricchiranno la nostra comunità su Alessandria today e italianewsmedia.com e offriranno nuove prospettive. Non vediamo l'ora di leggere i tuoi pensieri! Lascia un commento e condividi la tua esperienza. Grazie per il tuo contributo!. Pier Carlo Lava