Una verità che sembrava definitiva torna a essere interrogata dal tempo e dalla scienza.
Pier Carlo Lava
Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione nazionale con un nuovo elemento che riaccende il dibattito giudiziario e mediatico: una impronta di scarpa insanguinata, individuata sulle scale della villetta di via Pascoli, compatibile con la cosiddetta “traccia 33”, già nota agli inquirenti ma mai definitivamente chiarita. A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, quella scala torna a parlare, e lo fa con un segno che riapre domande mai sopite.
Secondo quanto emerso nelle ultime settimane, la nuova impronta sarebbe stata rilevata grazie a tecniche di analisi forense più avanzate, applicate su materiali già repertati. Non si tratterebbe quindi di una prova “nuova” in senso assoluto, ma di una rilettura scientifica più approfondita di elementi presenti sulla scena del delitto fin dalle prime indagini. Un dettaglio che, proprio per questo, assume un peso simbolico e giudiziario rilevante.
Il punto centrale è il possibile collegamento tra l’impronta di scarpa e la “traccia 33”, una presunta impronta palmare individuata sul muro delle scale, a poca distanza dal luogo in cui fu rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Se confermata, la compatibilità tra le due tracce potrebbe indicare la presenza di una persona che, dopo l’aggressione, si è soffermata sulle scale, lasciando segni coerenti tra loro per posizione, dinamica e orientamento.
Questa nuova lettura delle tracce si inserisce nel filone investigativo riaperto nel 2025, che ha portato la Procura a disporre ulteriori accertamenti su impronte, residui biologici e modalità dell’aggressione. Un’indagine che non mette formalmente in discussione la condanna definitiva di Alberto Stasi, ma che mira a chiarire se tutti gli elementi della scena siano stati interpretati correttamente e se vi siano aspetti rimasti in ombra.
Il dibattito, inevitabilmente, si è riacceso anche sul piano mediatico. Alcuni esperti sottolineano come la valenza probatoria delle impronte parziali sia sempre complessa e debba essere valutata con estrema cautela, soprattutto a distanza di anni. Altri, invece, evidenziano come la convergenza di più tracce compatibili possa rafforzare ipotesi alternative sulla dinamica dell’omicidio.
Al momento, non vi sono nuove imputazioni né svolte giudiziarie definitive, ma il clima è quello di un caso che continua a interrogare la coscienza collettiva e il sistema giudiziario italiano. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se le nuove perizie porteranno a ulteriori sviluppi o se resteranno un tassello inquietante di una verità che, per molti, non è mai stata del tutto pacificata.
Geo
Garlasco, in provincia di Pavia, resta uno dei luoghi simbolo della cronaca nera italiana contemporanea. Un piccolo centro lombardo diventato, suo malgrado, teatro di uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi decenni. Alessandria today segue l’evoluzione dell’inchiesta con attenzione critica, offrendo ai lettori un’informazione contestualizzata, rispettosa dei fatti e aperta alla riflessione sul rapporto tra giustizia, memoria e verità.
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