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Leggere non è solo un piacere, ma un atto di cura verso se stessi. Aprire un libro significa concedersi uno spazio di silenzio e attenzione in un mondo dominato dalla fretta, allenare la mente alla profondità e alla complessità, riscoprire il valore del tempo lento. La lettura stimola la concentrazione, rafforza la memoria, amplia il lessico e affina il pensiero critico, aiutandoci a interpretare la realtà con maggiore lucidità e sensibilità.

Ma leggere fa bene anche al cuore. Le storie ci insegnano l’empatia, ci permettono di abitare vite diverse dalla nostra, di comprendere emozioni lontane, di riconoscerci nelle fragilità e nei conflitti degli altri. Nei romanzi troviamo consolazione e inquietudine, domande e rivelazioni, e spesso anche il coraggio di guardare dentro noi stessi. Ogni libro è un dialogo silenzioso che ci accompagna, ci interroga e, pagina dopo pagina, ci trasforma.

Certe indagini non chiudono solo un caso: chiudono un ciclo emotivo, lasciando il lettore con il sapore amaro delle cose definitive.

Pier Carlo Lava

Con “Mandorla amara”, pubblicato il 18 novembre 2025, Cristina Cassar Scalia firma il nono e ultimo capitolo della serie dedicata al vicequestore Vanina Guarrasi, uno dei personaggi più riusciti del giallo italiano contemporaneo. Un romanzo che non è soltanto un’indagine complessa e originale, ma anche una riflessione conclusiva sul dolore, sulla perdita e sulla resistenza interiore.

La vicenda si apre con un’immagine potentissima: sette cadaveri su uno yacht alla deriva, tutti morti per avvelenamento da cianuro, forse mascherato dal profumo ingannevole del latte di mandorla. Un delitto corale, anomalo, quasi rituale, che spalanca subito una voragine di ipotesi e ambiguità. A imbattersi per primi nella scena sono un’avvocata e un medico legale, Adriano Calí, che intuisce immediatamente la natura tossica della morte e allerta Vanina.

Il vicequestore rientra a Catania in tutta fretta, interrompendo un periodo di distanza e di fragilità personale. Ed è qui che il romanzo compie uno scarto significativo: l’indagine serrata procede di pari passo con un’introspezione sempre più profonda, mostrando una Vanina stanca, ferita, ma ancora capace di lucidità e determinazione. Il crimine diventa così anche uno specchio emotivo.

Cristina Cassar Scalia conferma la sua abilità nel costruire trame complesse senza mai perdere il controllo narrativo. La scrittura è asciutta, precisa, ma carica di sottotesti psicologici. Ogni personaggio, anche secondario, sembra portare con sé una zona d’ombra. E il delitto collettivo, invece di semplificare, moltiplica le possibilità, costringendo Vanina a muoversi in un labirinto di relazioni, interessi e silenzi.

Il ritorno, seppur a distanza, del commissario Biagio Patanè aggiunge una nota di malinconia e umanità. Stavolta può aiutare solo per telefono, da Palermo, accanto alla moglie Angelina dopo un delicato intervento al cuore. Anche questo dettaglio non è casuale: la serie si chiude mettendo al centro la fragilità dei legami, il tempo che passa, il corpo che cede, ma anche la fedeltà affettiva.

Dal punto di vista tematico, “Mandorla amara” è un romanzo sul veleno che non sempre uccide il corpo, ma corrode lentamente l’anima. Il titolo diventa metafora di una verità che seduce e inganna, di una dolcezza apparente che nasconde la morte. È un giallo che non cerca il colpo di scena fine a se stesso, ma una chiusura coerente e dolorosamente onesta.

Nel panorama del noir italiano, la serie di Vanina Guarrasi si colloca accanto alle opere di Camilleri, Manzini e De Giovanni, ma con una voce autonoma, fortemente femminile e radicata nella contemporaneità. Cassar Scalia ha costruito nel tempo un personaggio credibile, contraddittorio, vivo. E con questo ultimo romanzo sceglie di non addolcire il commiato, lasciando al lettore un senso di compiutezza e nostalgia.

“Mandorla amara” non è solo un finale di serie: è un romanzo di chiusura emotiva, che accetta la stanchezza, il limite, la fine. Ed è proprio in questa scelta che risiede la sua forza.

Geo
Cristina Cassar Scalia vive e lavora in Sicilia, terra che attraversa tutta la serie di Vanina Guarrasi come spazio fisico e morale. Catania, Palermo, il mare, i porti e le città diventano scenari narrativi ma anche luoghi dell’anima. Alessandria today segue con attenzione la narrativa italiana contemporanea, valorizzando autrici e autori capaci di coniugare genere, profondità psicologica e qualità letteraria.

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