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Leggere non è solo un piacere, ma un atto di cura verso se stessi. Aprire un libro significa concedersi uno spazio di silenzio e attenzione in un mondo dominato dalla fretta, allenare la mente alla profondità e alla complessità, riscoprire il valore del tempo lento. La lettura stimola la concentrazione, rafforza la memoria, amplia il lessico e affina il pensiero critico, aiutandoci a interpretare la realtà con maggiore lucidità e sensibilità.

Ma leggere fa bene anche al cuore. Le storie ci insegnano l’empatia, ci permettono di abitare vite diverse dalla nostra, di comprendere emozioni lontane, di riconoscerci nelle fragilità e nei conflitti degli altri. Nei romanzi troviamo consolazione e inquietudine, domande e rivelazioni, e spesso anche il coraggio di guardare dentro noi stessi. Ogni libro è un dialogo silenzioso che ci accompagna, ci interroga e, pagina dopo pagina, ci trasforma.

Lava Pier Carlo

Antonio Manzini ci riporta ad Aosta in un periodo dell’anno particolarmente indigesto per il vicequestore Rocco Schiavone: il Natale. In “Sotto mentite spoglie,” ventiduesimo capitolo della serie, l’atmosfera festiva—fatta di “lucine a intermittenza,” “puzza di fritto” e cori stravaganti—non fa che acuire l’amarezza e l’oscurità interiore del protagonista, rendendo la sua solita insofferenza ancora più palpabile.

Il romanzo si apre con un panorama che non promette nulla di buono, e infatti, gli eventi non tardano a precipitare in modo caotico e drammatico. Una rapina fallita getta Schiavone nel ridicolo pubblico. Contemporaneamente, si trova ad affrontare un macabro caso di omicidio: un cadavere senza nome viene ripescato in un lago, reso irriconoscibile e legato a un peso di 150 chili. A complicare il quadro investigativo, la scomparsa improvvisa di un chimico impiegato in un’azienda farmaceutica.

Analisi Tematica

Il tema centrale del romanzo è l’inconciliabilità tra la superficialità della festa e la profonda miseria umana, sia esterna che interiore. Il Natale, con la sua forzata allegria e il consumismo (“acquisto compulsivo”), diventa la perfetta antitesi dell’animo di Schiavone, sempre più alienato e immerso nel ricordo della moglie Marina.

L’oscurità e il gelo (simbolizzati dalla neve, dal cielo plumbeo e dal ritrovamento nel lago) non sono solo elementi atmosferici, ma specchi dello stato d’animo del vicequestore, che “entra ed esce dalla sua oscurità.” Nonostante il caos e la stanchezza, il nucleo tematico resta la sua ostinata ricerca di giustizia, mossa non tanto dal dovere burocratico quanto da un viscerale senso di indignazione.

Emerge, tuttavia, un tenue spiraglio di speranza e crescita. La ripresa di Sandra, la ritrovata armonia, seppur precaria, con la sua squadra di colleghi e una parziale comprensione da parte dei superiori, indicano che, passo dopo passo, Schiavone sta evolvendo. La sua lotta è quella di “tenere insieme il cuore e il cervello, la memoria e il futuro,” un equilibrio sempre difficile ma necessario per non soccombere al cinismo totale.

Analisi Stilistica

Manzini continua a perfezionare il suo stile distintivo, un mix sapiente di genere police procedural e riflessione introspettiva. La descrizione dell’Aosta natalizia è vivida e quasi grottesca, utilizzando immagini iperboliche (i pupazzi di raso che si agitano, le lucine ovunque) per trasmettere il fastidio e il disagio del protagonista.

La prosa è caratterizzata dal dialogo interiore di Schiavone, scandito da un cinismo pungente e da un umorismo nero che stempera la gravità degli eventi. L’uso di frasi brevi e incalzanti nelle sezioni dedicate alle indagini mantiene alta la tensione, mentre le pause riflessive si allungano nel confronto muto con il ricordo di Marina. Lo stile è teso tra il realismo crudo dei crimini e la poetica malinconica del suo protagonista, rendendo la lettura dinamica e ricca di sfumature emotive.

“Sotto mentite spoglie” si conferma un capitolo essenziale per gli amanti di Rocco Schiavone, bilanciando in modo magistrale il giallo intricato con la profonda evoluzione psicologica del suo eroe. Manzini ci offre una storia complessa in cui l’indagine criminale è inseparabile dal viaggio interiore del vicequestore. Nonostante la neve, il gelo e l’amarezza che lo circondano, Schiavone, stanco e arrabbiato, continua a essere quel punto di riferimento morale che, con gli occhi socchiusi, non smette di osservare il mondo, a tenere viva l’indignazione e, in fondo, la speranza.

Breve Biografia dell’Autore

Antonio Manzini è uno scrittore, sceneggiatore e attore italiano, noto principalmente per aver creato la fortunata serie di romanzi e racconti con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone. Le sue opere, ambientate principalmente tra Roma e Aosta, mescolano il genere hard boiled con un’intensa analisi psicologica e sociale. I suoi libri sono costantemente in vetta alle classifiche e la serie su Schiavone è stata adattata in una popolare fiction televisiva.

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