Leggere libri e poesie significa prendersi cura del pensiero e della sensibilità, aprire spazi interiori in cui la parola diventa conoscenza, emozione e confronto. La letteratura, in tutte le sue forme, ci accompagna nel comprendere il mondo e noi stessi, offrendo strumenti per interpretare il presente, interrogare il passato e immaginare il futuro. Ogni lettura è un incontro che lascia tracce, un’esperienza che arricchisce e che continua a vivere nel tempo, oltre l’ultima pagina.
Sin dalla sua nascita, otto anni fa, https://alessandria.today/ ha scelto di dedicare un’attenzione costante e profonda alla cultura a 360 gradi, dando spazio a libri, poesia, arti, pensiero critico e voci d’autore. Un percorso coerente e riconoscibile che, nel tempo, ha trasformato la testata in un sito prevalentemente culturale, oggi riconosciuto come luogo di approfondimento, riflessione e promozione della letteratura. Le recensioni che proponiamo nascono da questa visione: non semplici giudizi, ma inviti alla lettura e all’ascolto, nel segno di una cultura viva, accessibile e condivisa.
Ada Rizzo
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Il contributo lirico che propongo oggi è un’opera di Bahtiyar Hidayet, poeta contemporaneo originario dell’Azerbaijan, conosciuto per la sua voce diretta e incisiva che intreccia lirismo e denuncia sociale. Nei suoi versi affronta con coraggio la povertà, la corruzione e l’ingiustizia, dando spazio agli emarginati e agli “ownerless people” che spesso restano invisibili. La sua scrittura, semplice nelle immagini ma potente nei contrasti, riesce a trasformare la quotidianità in simbolo universale, smascherando l’ipocrisia del potere e restituendo dignità agli ultimi. Le sue poesie sono pubblicate su riviste e piattaforme internazionali, dove viene riconosciuto come una delle voci più autentiche e popolari della poesia azera contemporanea.
La poesia di Bahtiyar Hidayet nasce come un atto di denuncia sociale e morale. Con immagini semplici ma incisive, l’autore smaschera l’ipocrisia di chi ostenta ricchezza e religiosità senza mai rivolgere attenzione ai poveri e agli emarginati. In pochi versi, la contrapposizione tra il paradiso artificiale e la discarica che nutre i cani randagi diventa simbolo universale di giustizia negata e di spiritualità tradita.
Testo
È un uomo estremamente ricco
Ma non ha mai aiutato i poverissimi,
Le persone senza padrone,
Coloro che non hanno nessuno.
Ha trasformato una parte importante della città
In un paradiso, a sue spese,
adulando i funzionari.È andato molte volte in pellegrinaggio alla Mecca
E vuole andare in paradiso quando morirà.Eppure questa discarica della città
Nutre tutti i cani randagi.Se un tale uomo va in paradiso,
Trasformerà anche quel luogo in una discarica..
Traduzione testo in italiano: Ada Rizzo
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Testo originale
He is an extremely wealthy man
But he never helped to the utterly poor,
To the ownerless people,
To the ones with no one at all.
He turned a prominent part of the city
Into a paradise — at his own expense —
By flattering the officials.
He has gone on pilgrimage to Mecca many times
And wants to go to paradise when he dies.
Yet this city dump
Feeds all the city’s ownerless dogs.
If such a man goes to paradise,
He will turn that place into a dump too.
Bahtiyar Hidayet – Azerbaijan
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La poesia di Bahtiyar Hidayet si presenta come una lacerazione sociale diretta e incisiva. L’autore mette in luce l’ipocrisia di chi ostenta ricchezza e religiosità, ma non si cura dei poveri e degli emarginati. Il contrasto tra il paradiso artificiale costruito con l’adulazione e la discarica che nutre i cani randagi diventa immagine potente della verità: la giustizia non si misura nei gesti esteriori, ma nella capacità di prendersi cura degli ultimi.
Il messaggio è universale e senza tempo: la poesia smaschera l’illusione di un paradiso guadagnato con rituali e prestigio sociale, ricordando che la vera spiritualità si manifesta nell’aiuto concreto e nella compassione. La figura del ricco pellegrino diventa simbolo di un’arroganza che, se trasportata oltre la vita, contaminerebbe persino il paradiso.
Dal punto di vista psicologico, il testo richiama la teoria dell’autenticità formulata da Carl Rogers padre della psicologia umanistica e del counseling. Si percepisce un collegamento anche alla teoria della dissonanza cognitiva sviluppata da Leon Festinger nel 1957: l’uomo che si percepisce devoto ma agisce in modo egoista vive una frattura tra immagine e realtà. C.G. Jung, invece, avrebbe visto in questa figura l’archetipo dell’ombra che non viene integrata, mentre, secondo la psicologia sociale si potrebbe evidenziare il potere della denuncia poetica come forma di coscienza collettiva.
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GEO
Da Azerbaijan, la voce di Bahtiyar Hidayet ci consegna una poesia che è insieme denuncia e monito: un invito a riconoscere che il vero paradiso non si costruisce con l’adulazione o la ricchezza, ma con la cura degli ultimi e la responsabilità verso la comunità.
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