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In questo contributo il lettore è invitato a incontrare una voce appartata e intensissima della poesia italiana del Novecento, dove l’amore non si proclama ma si custodisce come una fragile verità interiore.
Pier Carlo Lava

Tra le figure più delicate e meno pienamente riconosciute della poesia italiana, Antonia Pozzi occupa un luogo unico. La sua scrittura, rimasta a lungo ai margini del canone, è oggi riscoperta per la capacità di unire purezza formale e profondità emotiva. Per lei è una poesia breve, discreta, quasi nascosta, ma capace di rivelare con chiarezza la sostanza della sua poetica.

Qui l’amore non è slancio, né attesa romantica, ma presenza interiore, forma di attenzione assoluta verso l’altro. Pozzi non descrive l’amata, non la idealizza: la sente, la accoglie, la lascia esistere nel silenzio della parola.

Per lei
Antonia Pozzi

Non dirò nulla.
Terrò le mani quiete
perché il tuo nome
non tremi nella voce.

Starò ferma
come un albero sottile
quando il vento
passa senza ferire.

Così ti amerò:
lasciandoti essere
dove non posso arrivare.

La poesia procede per sottrazione estrema. I versi sono brevi, essenziali, privi di qualsiasi compiacimento lirico. Pozzi affida tutto alla tensione tra dire e tacere, facendo del silenzio uno spazio poetico vero e proprio.

L’immagine dell’albero, centrale nella sua poesia, non è simbolica in senso tradizionale, ma incarnata: resistenza lieve, disponibilità al passaggio, accettazione del limite. In questo senso, Per lei dialoga con la poesia europea più moderna, avvicinandosi a Rilke per profondità interiore e a Szymborska per la capacità di rendere universale l’intimo.

Non c’è richiesta, né promessa. L’amore è riconosciuto come esperienza che non possiede e non trattiene. È un gesto di ascolto radicale, che rende questa poesia sorprendentemente attuale in un tempo dominato dall’esposizione e dalla dichiarazione continua.

Antonia Pozzi, nata a Milano nel 1912 e morta giovanissima nel 1938, ha lasciato un’opera poetica intensa e limpida, pubblicata integralmente solo dopo la sua morte. La sua voce, a lungo oscurata, è oggi considerata una delle più autentiche del Novecento italiano, capace di parlare con forza al presente.

Geo
Antonia Pozzi visse e scrisse tra Milano e le montagne lombarde, luoghi che influenzarono profondamente il suo immaginario poetico. La sua poesia nasce da un dialogo costante tra interiorità e natura. Alessandria today propone questa lettura per continuare il percorso di riscoperta dei classici moderni, dando spazio alle voci rimaste troppo a lungo in ascolto.

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