È stata inaugurata lo scorso 12 dicembre 2025 negli spazi di palazzo Montani Leoni a Terni la mostra “Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri” curata da Anna Ciccarelli.
La mostra presenta una selezione delle opere del ricco patrimonio della Fondazione, costituito da oltre 1100 opere d’arte. Il percorso della mostra si snoda in ordine cronologico, tenendo conto dei collegamenti stilistici tra i vari artisti e toccando le principali epoche della storia dell’arte dagli inizi del XIV agli esordi del XXI secolo con un focus sugli artisti umbri o legati al territorio, dal Tardo Medioevo e al Rinascimento con le opere del Perugino e di Luca Signorelli fino alla contemporaneità.

Un viaggio lungo otto secoli di creatività artistica, attraverso quarantacinque opere viene presentato al pubblico un piccolo “Museo della memoria artistica”, un ponte ideale tra la grande tradizione rinascimentale e la ricerca contemporanea.
Il percorso si apre con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi, prosegue poi con i maestri del Cinquecento, con dipinti provenienti dalle botteghe del Perugino di Tiziano e un’opera “di mano” di Luca Signorelli, protagonista della stagione rinascimentale umbra e toscana, presente in mostra con una preziosa tavola che rivela il suo straordinario senso plastico e la tensione drammatica delle figure.

Il percorso prosegue con i dipinti del barocco italiano e del caravaggismo di Antiveduto Gramatica, di Artemisia Gentileschi, della quale sono presenti in mostra due rappresentazioni di Giuditta e Oloferne) del calabrese Mattia Preti e dell’esponente della scuola fiamminga Sebastian Vrancx, sezione che sottolinea le trasformazioni della pittura tra eleganza formale e ricerca di nuovi effetti luministici.
Il Settecento veneziano è documentato con una veduta di piazza San Marco di Francesco Guardi.
La sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento documenta l’evoluzione del gusto borghese e del sentimento del vero, dalla pittura romantica, al realismo e all’impressionismo, fino ai fermenti d’avanguardia del primo dopoguerra. In questa sezione in mostra due opere straordinarie di Alfred Sisley, riconosciuto come uno dei grandi maestri del paesaggio impressionista, e del “padre” del movimento impressionista Camille Pissarro.

Un interessante focus della mostra è dedicato alla rappresentazione della Cascata delle Marmore da parte dei paesaggisti italiani e d’Oltralpe. In mostra un’opera di Jan Frans Von Bloomen detto “L’orizzonte” per la sua capacità di dipingere con estrema chiarezza e trasparenza atmosferica il paesaggio pastorale, i borghi e i castelli, autore di una veduta della Cascata acquisita nel 2017 e la cui composizione ricorda due opere conservate alla Galleria Doria Pamphily di Roma.

In mostra una veduta di Martin Verstappen, paesaggista fiammingo dell’Ottocento attivo in Italia nella zona di Roma, nella cui opera si fondono la rappresentazione verista e la visione romantica espressa dal piccolo gruppo di personaggi immersi nella luce del tramonto, opera acquisita nel 2016.

In esposizione anche l’opera dell’italiano Gian Battista Bassi del 1820, tra i principali paesaggisti europei dell’Ottocento, in una visione della Cascata nella quale come nel caso di Verstappen si coniuga la visione realistica del paesaggio con il romanticismo della luce crepuscolare e il particolare della ragazza assorta che osserva l’impetuoso fluire delle acque. I tre dipinti si iscrivono in un percorso che la fondazione sta portando avanti per riportare a Terni opere del Settecento e dell’Ottocento raffiguranti la Cascata delle Marmore e il paesaggio della Valle Ternana, tra le zone più rappresentate dai paesaggisti del Settecento e dell’Ottocento (soprattutto i romantici) assieme a Roma e alla sua campagna.
D’altra parte la Bassa Umbria era una delle zone toccate nel corso del “Grand Tour” d’Italia, uno dei “riti di passaggio” fondamentali di viaggiatori e viaggiatrici e citata da Goethe, Stendhal, Mary Shelley, Francois de Chautebriand e molti altri.
La mostra presenta un importante nucleo di opere degli artisti del secondo Novecento, spiccano Alberto Burri e Agostino Bonalumi.
Infine, il percorso si chiude con una sezione in onore dei grandi maestri umbri o attivi nel territorio nel Novecento: Piero Gauli, Ardengo Soffici, Ugo Castellani, UmbertoPrencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice.
Molto interessanti sono le due opere di Metelli, artista che ha svolto per tutta la vita la professione di calzolaio gestendo un noto negozio di Corso Tacito e ha iniziato a dipingere dopo i cinquant’anni, dopo che per problemi di salute dovette abbandonare la sua attività parallela di musicista. Dal 1922 al 1938 Metelli ha dipinto circa 200 opere caratterizzate da un personalissimo stile iperrealista e oggi, grazie anche al lavoro di promozione della sua opera svolta da Aurelio De Felice, è considerato uno dei maggiori pittori naif italiani. In mostra due suoi lavori, tra i quali una interessante veduta della conca ternana.

Corredano la mostra una piccola galleria con i Ritratti di cardinali e personaggi insigni del XVII-XIX secolo, uno splendido orologio in bronzo Luigi XVI, sculture di Vincenzo Gemito e un’opera in ceramica del contemporaneo Piero Gauli.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Anna Ciccarelli.
L’allestimento è a cura dello studio Sciveres Guarini Associati.
“Collezioni d’arte. Da Signorelli a Burri” resterà aperta fino al 1° marzo 2026 dal martedì alla domenica 10-13 e 15-19 presso la sede della Carit a Palazzo Montani Leoni, Corso Tacito, Terni
Andrea Macciò