0 4 minuti 58 minuti

Una poesia breve, limpida, capace di trasformare il lutto più intimo in una voce universale, dove la natura continua a vivere mentre il cuore resta fermo.
Pier Carlo Lava

Il testo di “Pianto antico” nasce da un’esperienza personale e lacerante di Giosuè Carducci, la morte del figlio Dante, e si impone come una delle liriche più alte della poesia italiana dell’Ottocento. In pochi versi il poeta riesce a condensare la contrapposizione tra il ciclo vitale della natura e l’immobilità del dolore umano, creando un equilibrio formale che rende la sofferenza quasi sacra.

La poesia si muove su immagini semplici e potentissime: l’albero che rifiorisce, il bambino che non tornerà più, la terra che continua il suo corso mentre il padre resta sospeso in un tempo senza stagioni. Carducci, spesso associato a una poesia civile e classica, qui si spoglia di ogni retorica e lascia parlare il silenzio, la memoria, l’assenza.

In “Pianto antico” la lingua è pura, controllata, quasi scolpita, ma mai fredda. Al contrario, proprio la misura classica amplifica l’emozione, come accade in certi versi di Leopardi o, più tardi, in alcune liriche essenziali di Ungaretti. Il dolore non urla: resiste, come una ferita che non sanguina più ma non si rimargina.

Questa poesia continua a parlare ai lettori contemporanei perché racconta un’esperienza senza tempo: la perdita irreparabile, l’ingiustizia della morte quando interrompe ciò che doveva crescere. È una poesia che non consola, ma riconosce, e in questo riconoscimento offre una forma di condivisione profonda.

Testo della poesia

Pianto antico
di Giosuè Carducci

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

Conclusione

“Pianto antico” è una poesia che non invecchia, perché parla con la voce essenziale della perdita e dell’amore paterno. Carducci dimostra che la grande poesia non nasce dall’abbondanza di parole, ma dalla loro necessità. Ogni verso è un passo dentro il silenzio, ogni immagine un tentativo di dialogo con chi non può più rispondere. È una lirica che si legge in pochi istanti, ma che resta a lungo, come restano le cose vere.

Geo

Giosuè Carducci nacque a Valdicastello di Pietrasanta nel 1835 e morì a Bologna nel 1907, città nella quale insegnò e visse gran parte della sua vita. Premio Nobel per la Letteratura nel 1906, fu una figura centrale della cultura italiana postunitaria. La sua poesia, spesso legata ai valori civili e classici, trova in testi come “Pianto antico” una dimensione più intima e universale, che continua a essere proposta e riletta anche sulle pagine culturali di Alessandria today, impegnata nella valorizzazione della grande tradizione poetica italiana.

Seguiteci su: Alessandria today – italianewsmedia.com – Facebook: Pier Carlo Lava

“Immagine generata con intelligenza artificiale a scopo illustrativo.”

Le tue riflessioni arricchiranno la nostra comunità su Alessandria today e italianewsmedia.com e offriranno nuove prospettive. Non vediamo l'ora di leggere i tuoi pensieri! Lascia un commento e condividi la tua esperienza. Grazie per il tuo contributo!. Pier Carlo Lava