Il Natale è spesso associato al calore, ai profumi e ai legami familiari. Che significato
ha per te questa festa e come si riflette nel tuo modo di scrivere?
Dire famiglia per me è dire tutto.
Sono stata una figlia circondata da amore, genitori unici e fratelli amorevoli.
Ho cercato di seguire le tracce e mi sono dedicata anima e corpo alla mia di famiglia.
Ogni festa è un ritrovarsi, addobbare una tavola per i tuoi cari è un’emozione.
Un velo di tristezza e malinconia circonda questi giorni, le sedie vuote gridano, richiamano visi e ricordi indelebili ma è la vita come i miei piccoli che adesso preparano l’albero tra grida e sorrisi e qualche litigio.
Non importa quanti siamo, credo sia il valore che diamo ad ogni singolo attimo di vita condivisa, sia il Natale ma anche una giornata normale purché sia l’amore ad unirci.
Nelle tue opere emerge sempre una profonda attenzione per la memoria e le origini.
Cosa rappresentano per te i luoghi dell’infanzia e come ispirano le tue storie?
Per chi non mi conosce sono nata in una città della Sicilia, Siracusa.
So di vivere in un luogo ambito e tanto importante per storia e antichità, io però che ho vissuto e vivo tuttora in questo contesto riconosco oltre alla bellezza, i costumi e le usanze anche le fragilità e le debolezze.
Fragilità sul rispetto del luogo ed in primis sulle donne, ho raccolto molte testimonianze che sono state spunto per dei miei racconti:
U Signurino è una storia vera nata nell’entroterra Agrigentino.
In ogni mia storia racconto del dolore e delle sofferenze inflitte a tante di noi.
Un anno fa sono stata contattata da uno scrittore siciliano Josè Russotti che insieme con la casa editrice “Il giardino della cultura” mi invitava a far parte di un testo molto importante a mio dire, cinquanta donne dovevano raccontare di cinquanta femminicidi con uno scritto.
Io dovevo scrivere sulla povera Delia Zarniscu uccisa il 4 gennaio 2024 a Naro.Non è stato semplice dopo aver letto un articolo di giornale sulla sua uccisione scrivere, non ti nascondo che ho pianto tante volte, sono fiera di essere presente nella raccolta Tagli Di Luce con il racconto “Continuo a chiedermi perché”
Ti racconto questo perché chi mi leggerà possa entrare empaticamente nella mia essenza.
Mi ritengo molto fortunata nella vita, non per aver avuto una vita facile no, ma per avuto la fortuna di dare e ricevere.
Ho donato attenzioni, parole e conforto ai tanti fragili per età o condizione.
Da loro ho ricevuto tanto di più, gesti e sguardi carichi di affetto che mi hanno reso sempre più ricca interiormente, ma cosa per me importantissima ho ascoltato:
I loro racconti, le loro storie sono state per me stimolo a raccontare a mia volta nei miei racconti storie in cui rivedo ognuno di loro.
Troverete nella mia collana, i vicoli dove sono nata, ogni luogo che mi toccato il cuore.
Le tue protagoniste vivono percorsi di rinascita, spesso legati al perdono e alla
comprensione. C’è un messaggio di speranza che vuoi trasmettere ai lettori in questo
periodo dell’anno?
Credo non ci sia una sola persona che nella vita non abbia vissuto un momento di buio, di qualsiasi natura vorrei poter sfiorare con una carezza ognuno di loro e infondergli coraggio e forza per credere che questo è solo un frammento di vita.
Di avere sempre speranza, credere che si tornerà a sorridere, ad amare mai perdersi.
Nelle tue pagine la semplicità quotidiana diventa poesia. Quanto contano, per te, i
gesti piccoli e autentici nella costruzione dei tuoi personaggi?
Sono loro gli attimi rubati a donarmi parole ed emozioni che riporto in quelle che io chiamo riflessioni.
Non mi ritengo una poetessa, semplicemente regalo emozioni dell’anima.
Per questo ho realizzato la mia prima silloge e l’ho volutamente divisa in quattro settori
Anima, Cuore, Pensiero e Radici.
Fragile Infinito è il titolo ed io mi sono identificata in un grande albero:
dove le sue radici sono le nostre tradizioni, il tronco il nostro cuore, la linfa vitale che scorre ed alimenta il fusto è l’anima che con il pensiero si tende a creare rami e frutti volgendosi al cielo.
Se potessi fare un augurio ai tuoi lettori attraverso i tuoi libri, quale sarebbe e perché?
Il messaggio che provo a dare nei miei racconti è avere rispetto per ogni essere, fermarsi e avere cura degli altri.
Ma cosa più importante avere cura di se stessi, amarsi e curare ogni ferita dell’anima, solo chi ama se stessi può donare amore.
È una consapevolezza che ho acquistato con il tempo e voglio augurare a tutti di scoprirla e farla propria.
Voglio donarvi una mia riflessione che rappresenta la mia essenza augurando un felice e sereno Natale a voi tutti.
Scelgo me
La luce fosca dell’alba
si insinua tra i rami,
rocce risplendono
ai primi raggi tiepidi
distolgono il mio pensiero.
Davanti il sentiero si divide
una, la strada che conosco
so dove conduce, infonde serenità
mi induce a seguirla, sono quasi certa
che sia il giusto sentiero.
Gli occhi seguono però una via parallela
nulla di già vissuto,
un’ombra scura tra i rami mi scruta,
non la temo però,
chi sarà, cosa c’è in fondo alla via?
Perché non ho paura?
Passo dopo passo, lentamente mi avvio,
si palesa l’ombra, ecco svelato il perché:
il mio viso, i miei occhi, mi specchio
sono io, la mia essenza, le mie ansie,
quante volte ho scelto la via più sicura
per timore di scontrarmi con il mio vero io.
Quante volte non ho scelto me.
E così bello vedermi.
Mi abbraccio, unisco il mio essere
adesso non temo, ho scelto me.