“Testo attribuito a Pedro Almodóvar. Riflessione diffusa online e comunemente riportata come citazione dell’autore”.
Ci sono testi che non chiedono di essere spiegati, ma attraversati lentamente, come si fa con le verità che graffiano.
Questo breve ma intensissimo testo attribuito a Pedro Almodóvar si muove sul confine tra poesia e dichiarazione esistenziale, e lo fa con una semplicità solo apparente. È una riflessione che parla di bellezza autentica, quella che non si concede, che non si lascia consumare, che non seduce senza conseguenze. Una bellezza che non consola, ma segna.
Pier Carlo Lava
Ho sempre pensato che le “belle” persone
non siano né facili né scontate.
Le belle persone non sono nemmeno per tutti,
perché non si fanno attraversare da tutti
e nemmeno tutti sono in grado di farlo.
Le immagino come una rosa.
Non le puoi raggiungere
sentendo solo il profumo
o ammirandone i colori.
Non le conosceresti mai a fondo.
Le belle persone
spesso hanno passati ingombranti,
la pelle graffiata.
Per arrivare al cuore devi passare dalle spine.
Graffiarti, mischiare il sangue,
asciugare le lacrime che bagnano il cuore,
scambiarci la pelle, l’odore.
Sono infatti convinto che le belle persone
non profumano.
Le belle persone lasciano segni.
Graffiano.
Il testo ruota attorno a una metafora centrale potentissima, quella della rosa, simbolo classico di bellezza che qui viene sottratto alla retorica romantica per essere restituito alla sua verità più scomoda. La bellezza non è accessibile, non è neutra, non è innocua. Chi vuole davvero conoscere una “bella persona” deve accettare il rischio del dolore, della contaminazione emotiva, dello scambio profondo.
Il linguaggio è diretto, quasi confessionale, privo di ornamenti superflui. Le immagini sono corporee: pelle, sangue, lacrime, odore. Tutto è fisico, concreto, esposto. La bellezza non è profumo, non è superficie, ma traccia lasciata sulla carne. In questo senso il testo dialoga idealmente con certa poesia contemporanea di Alda Merini, con la sua idea di amore come ferita necessaria, e con Rainer Maria Rilke, quando parla dell’esperienza autentica come qualcosa che trasforma e destabilizza.
La frase più spiazzante, “le belle persone non profumano”, rovescia definitivamente l’aspettativa: la bellezza vera non consola, non anestetizza, non è pensata per piacere. È qualcosa che resta addosso, che graffia la memoria, che obbliga a cambiare posizione.
Questa riflessione si inserisce perfettamente nella poetica almodovariana, fatta di personaggi complessi, feriti, mai addomesticabili, per i quali l’amore non è mai semplice, ma sempre totale o distruttivo. Non esiste bellezza senza prezzo, né intimità senza attraversamento.
Il testo si chiude con una constatazione netta, quasi definitiva. Le belle persone lasciano segni. Graffiano. Ed è forse proprio questo il loro dono più grande: non passano invano.
Geo
Pedro Almodóvar, regista e autore spagnolo nato a Calzada de Calatrava e residente a Madrid, è una delle voci artistiche più riconoscibili del cinema europeo contemporaneo. La sua poetica, spesso trasversale tra cinema, scrittura e riflessione esistenziale, esplora da sempre i temi dell’identità, del desiderio, della ferita e della memoria. Alessandria today accompagna queste riflessioni con uno sguardo culturale attento, valorizzando testi che interrogano il presente e la complessità delle relazioni umane.
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Pier Carlo Lava